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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   284 IL RISORGIMENTO.
   Mentre più infierisce la battaglia, e Orlando fa scempio dei nemici e Tarpino infilza Saracin per paternostri; i tre demoni Astarotte, Farfarello e Squarciaferro stanno alla vedetta in una piccola chiesa vicino a Roncisvalle onde acciuffar 1' anime dei pagani e portarle innanzi ai giudici infernali. Costoro hanno in quel giorno un gran da fare, e giù nelP inferno la baldoria è indescrivibile.
   Lucifero aveva aperte tante bocche Che pareva quel giorno i corbacchini All'imbeccata, e trangugiava a ciocche L'anime che piovean de' Saracini.
   Il da fare e la festa non sono minori in Paradiso, dove si accolgono le anime dei cristiani che cadono combattendo.
   E perchè Pietro alla porta è pur vecchio, Credo che molto quel giorno s'affanna: E converrà ch'egli abbi buono orecchio, Tanto gridavan quelle anime: Osanna, Ch'eran portate dagli Angeli in cielo-Sì che la barba gli sudava e '1 pe'o (1).
   Intanto in Roncisvalle gli assalti succedono agli assalti, e la strage è immensa; e tuttavia Pulci non smette il suo tono. Ecco cjm' egli descrive il miserando spettacolo che gli sta dinnanzi:
   E Roncisvalle pareva un tegame
   Dove fusse di sangue un gran mortito Di capi e di peducci e d'altro ossame Un certo guazzabuglio ribollito; Che parea d'inferno il brulicame Che innanzi a Nesso non fosse sparito.
   L'ottava si chiude con questa terribile immagine:
   Il vento par certi sprazzi avviluppi
   Di sangue in aria con nodi e con_gruppi (2).
   I cavalieri franchi, sorpresi a tradimento dai nemici, sono sbaragliati: Orlando suona tre volte il corno per chiamar Carlo in suo soccorso, ma oppresso dalla fatica cade e muore. Questa morte è certamente la parte più seria del Morgante; ma anche qui v' ha dei tratti in cui la rappresentazione è fatta in modo da ingenerare facilmente l'equivoco. Così, ad esempio, là dove Turpino assolve Orlando de'suoi peccati tu non sai ben distinguere se il poeta parli sul serio o voglia fare una parodia. Dalle stanze che vengono dopo la confessione e 1' assoluzione del morente paladino spira, invece, una solenne religiosità. Orlando si volge a Dio e prega cosi:
   0 Redentor dei miseri mortali.....
   Dimetti il servo tuo come a te piace; Lasciami a te, Signor, venire in pace.
   Io dico pace dopo lunga guerra;
   Ch'io son per gli anni pur defesso e stanco; Rendi il misero corpo a questa terra,
   (1) C. XXVI. st. 89. 90. 91. — C. XXVII. st. 54.
   (2) C. XXVII. st. 56.