Stai consultando: 'Storia Letteraria d'Italia Il Risorgimento', Giosia Invernizzi

   

Pagina (293/380)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (293/380)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   CAI'ITOLO QUARTO. — RINNOVAMENTO DELLA LINGUA, ECC. S-81
   che se lo tenea prigioniero, abbandona il trono, e con Morgante e gli altri paladini che avea seco si mette in mare. Una furiosa tempesta cogue i naviganti: l'antenna della nave è abbattuta dal vento; il pericolo è serio assai. Ma ecco Morgante che fa antenna delle sue braccia, e stende la vela e tanto la porta cne, tornati favorevoli i venti, la nave è vicina a riparare in un porto. Una balena mette di nuovo in pericolo i naviganti; Morgante si slancia in mare le «alta addosso, e col suo battaglio le sfracella la testa e cosi salva ancora una volta la nave. Questa è però l'ultima sua impresa: chè, uccisa la balena, nel guadagnare a piedi la riva, un granchiolino gli morde il tallone. La ferita trascurata si fa seria, e dopo pochi giorni tanto spasimo s'accoglie nel nervo che il povero Morgante ne deve morire (1).
   Margutte scoppia dal ridere, e Morgante, il terrore dell'Oriente, muore ucciso da un granchiolino: cosi finiscono nel poema del Pulci i giganti dei poemi cavallereschi popolari.
   L'intenzione comica e la parodia che no troviamo nel personaggio e nelle imprese di Morgante, le troviamo anche, dove più dove meno palesi, negli altri personaggi e nelle altre imprese del poema del Pulci, — Fin dai primi canti del poema, Carlo Magno, il sacro imperatore, il Messia guerriero della leggenda straniera, ci si presenta come un debole sovrano raggirato da Gano d Magonza e in lotta continua co'suoi capricciosi e turbolenti paladirr Ne) romanzi e poemi italiani, la cui materia evidentemente è tratta dai poemi francesi appartenenti all'epoca feudale, già da un pezzo Carlo Magno aveva perduto queir idealità guerresca e religiosa di cui godeva, ad esempio, nelìa Chanson de Roland; ma tra le mani del beffardo borghese fiorentino egli subisce una nuova trasformazione. Carlo è un rimbambito re Cartone, che non sa nè quello che si voglia nè quello che si faccia, schernito, malmenato, insultato continuamente da' suoi paladini. Orlando lo vuole uccidere in un col traditore Magonzese; Rinaldo di Montalbano vuol strappargli di testa la corona, e tutto il capo e la barba pelargli (2); un giorno anzi lo detronizza di fatto e si mette in suo luogo, e quando gli rende il trono per correre in aiuto d'Orlando gli scrive :
   Poiché se' vecchio io t'ho pur reverenza E 'ncrescemi tu sia sì rimbambito: . . . Degno saresti d'ogni contumace: Ma perchè mio signor fusti già tanto, Io ti perdono, e fo con teco pace (3).
   Una volta Ulivieri, giuocando di parole lo chiama matto. L'immaginazion popolare non aveva mai così arditamente attentato al tipo tradizionale di Carlo Magno. Il Pulci, invece con uno scettico sogghigno sulle labbra lo spoglia della mistica aureola di guerriero religioso onde la leggenda aveagli circondata la fronte, lo caccia dal trono ove siedea venerato dal mondo intero, ed espone anche a lui alle risa dei convitati di Lorenzo il Magnifico^ Diciamo anche lui, perocché sia su tutti gli eroi della leggenda feudale eh' ei spande il suo sorriso da borghese incredulo e beffardo. — Orlando è senza dubbio il personaggio più nobile del Morgante: egli è forte, leale, generoso, coraggioso e la sua morte in Roncisvalle è la scena più commovente del poema. Tuttavia quant'è anch'egli impiccinito! quanto ha perduto della sua idealità leggendaria! Il gran paladino, il santo martire di Roncisvalle tiene un po' dell'indole del suo scudiero, che tu, ad esempio, lo vedi, al par di quest'ultimo, pagar gli osti a bastonate quando gli capita:
   Che solea sempre dar bastoni e spada All'oste quando i danar gli mancavano,
   (1) Motg. C. XX.' St. 50 e 51.
   (2) lei. C. XI.
   (3) Id. C. XIII. st. 23. 21.
   Inverni/?!. — Il Risorgimento. « ^