276 il risorgimento.
4
cultura del rapsode che li componeva e del pubblico cui erano destinati, altri invece, per la maggior accuratezza delle loro forme, pel modo più regolare con cui sono condotti, non lasciano dubbio sulla maggior cultura del loro autore e delle persone dinnanzi allo quali dovevano essere recitati.— Nel momento, adunque, in cui il Pulci riceveva da Lucrezia Tornabuoni l'incarico di prendere per argomento d'un poema le imprese di Carlo Magno e de'suoi dodici paladini, il romanzo cavalleresco formava pascolo gradito dell'immaginauone così della plebe come deili borghesia italiana. Un dotto poeta che vi dovesse por mano trovava una materia, che il popolo andava da un pezzo liberamente rimaneggiando, delle forme narrative consacrate a poco a poco dall'uso ed un pubblico sempre disposto ad applaudire ai nuovi sogni ed alle nuove fole di eh' egli avrebbe empiuto le carte. Fin dallo scorcio del secolo XIV, per non risalire ad epoca più rimota, le avventure ed i personaggi dei romanzi cavallereschi si frammischiavano alla mitologia classica, ai racconti tratti dalle istorie dell' antichità, alle bizzarre avventure narrate nelle novelle che i dotti poeti-scrivevano perla parte eulta del pubbliéo o recitavano alle Corti e tra sollazzevoli brigate: basti per tutti citare il Boccaccio. Nel secolo XV stesso, e innanzi che il Pulci imprendesse a scrivere il Morgante, Luca Pulci aveva composto un romanzo in sette canti intitolato il Cirìffo Calvaneo. Si narravano in esso le romanzesche avventure, i viaggi, le imprese contro i Saraceni, di Ciriffo, soprannominato Calvaneo dai monti Calvanei dov'era natole del Povero soprannominato VAvveduto. Ciriffo era nato da Massima figlia di un romano, il Povero era nato da Paliprenda figlia d'un re dell'Epiro e discendente da Pirro. Le due donne, abbandonate dai loro amanti mentre erano gravide, dopo diversi casi, erano state, l'una dopo l'altra, raccolte da un medesimo pontare toscano abitante nei monti Calvanei e da lui ricoverate in sua casa e nudrite. Questa storia, attinta, dicesi, ad un vecchio libro intitolato Liber pauperis prudentis fu, almeno in parte, messa in versi da Luigi Pulci stesso come apparisce dal Morgante (C. XXVIII. St. 129).
Finalmente venne in luce il Morgante Maggiore. — G-li storici della nostra letteratura già da un pezzo s'accordavano nel dire che la materia di questo poema doveva essere tratta da qualcuno dei romanzi cavallereschi in maggior voga a,i tempi del Pulci. A questo proposito si citavano specialmente i Reali di Francia e la Spagna. Ma non è guari il Prof. Pio Rajna metteva in chiaro le cose con un suo opuscolo intitolato: La materia dei Morgante in un ignoto poema cavalle-resco del secolo XV (1). Cercando egli tra i codici della Biblioteca Laurenziana allo scopo di trovar documenti per servire alla storia della poesia cavalleresca in Italia, gli venne alle mani un codice del secolo XV contenente un poema cavalleresco la cui materia è precisamente quella del Morgante. Il poema del codice lau-renziano non ha titolo, ed è diviso in cantari, 1' ultimo dei quali, non compiuto, porta il n. 61. Ogni cantare si compone di stanze che variano dalie 32 alle 48. Uopo averlo esaminato e messo in confronto col Morgante, il Raina venne alle seguenti conclusioni. Il poema laurenziano è certamente anteriore al Morgante, e non è opera del Pulci, ma di un ignoto ed incolto rimator fiorentino, che sul finire del secolo XIV o sul principio del XV, mise in versi una storia d'Orlando da altri! narrata in pròsa. — Il Morgante del Pulci evidentemente si compone di due
parti: 1' una formata dai ventitré canti pubblicati per la prima volta in Venezia
»
Fiore abbraccia. — Rinaldo. — Il Danese. — Malignetto. — La Trebisonda. — Filomelis. — Il Conte Ugolino. — Il Re Pipino. — Grifonetto. — Fortunato. — Fioretto de' Paladini. — R Nerbonese, — La Spagna. — Lucarano. — Persiano. — Il Trojano. — La Tavola Rotonda. — La Yita d'Enea. — Alexandro di Macedonia. — La Bibbia vecchia. — Lucano in rima. — Arolfo del Barbicane. — Carlo Feroce. — Cardovino. — Teseo in rima. — Pompeo Romano. — Cirijfo Calvaneo, ecc. ecc.
(1) La materia del Morgante in un ignoto poema cavalleresco del secolo XV. — Bologna, tipi Fava e Garagnani 1369.