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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

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a cura di Federico Adamoli

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   ¦ li! SORGI MENTO.
   rivelato una filosofia ben più bella ,ed elevata delio scolasticismo dei teologi (1). E veramente il Pulci non è un ateo nello stretto senso di questa parola, come atei non erano in fondo quo' suoi contemporanei che ridevano del cristianesimo e dei teologi. Il Pulci è l'uomo del secolo XV, che volge le spalle al Medio Evo, e, aiutato dalla rinnovata sapienza antica, cerca il mondo della natura e dell'uomo. Ma tutto ciò in lui non è ben fuso e concorde, vivente rappresentazione di un' epoca di transizione in cui operavasi un grande cangiamento nelle idee di mezzo al bilanciarsi e al lottare di elementi fra di loro opposti.
   Alcuni storici, fra i qua1! il Ginguegnó, affermano che il Pale: fu canonico; ma è inesatto. Il Pulci ebbe moglie Lucrezia Albizzi e due figliuoli. Dìcesi che mori a Padova assai povero verso il 1490, e che non gli si volle dar sepoltura perchè irreligioso (2) Morendo lasciava, oltre il poema intitolato: Il Morgante Maggiore, altre minori poesie delle quali faremo qui brevemente parola (3).
   Un giorno Matteo Franco, canonico e poeta fiorentino, e il nostro Pulci, per isclierzevole sollazzo del loro Mecenate Lorenzo il Magnifico, immaginarono fra loro una contesa, e si scambiarono molti sonetti in cui fecero a gara a chi sapeva dirle più grosse e scaraventare ingiurie più forti contro l'avversario. I due poeti risero di tutto: delle credenze cristiane, de> dogmi del platonismo dell'Accademia e, lasciata da banda ogni convenienza, portarono il cinismo ad un grado superiore a quello dei più cinici fra Canti carnascialeschi (4). Il Pulci comincia cosi un sonetto, parodiando la Bibbia:
   In principio era buio, e buio sia.
   In un altro sonetto mette in canzone la credenza nella vita futura, e ride così dei teologi cristiani come dei filosofi dell'Accademia platonica:
   Costor, che fan sì gran disputazione
   Dell' anima, ond' eli' entri, o ond' eli' esca, 0 come il nocciol si stia nella pesca, Hanno studiato in su' n gran mellone.
   Aristotile allegano e Platone,
   È voglion eli' ella in pace requiesca Fra suoni e canti, e falno ti una tresca, Che t'empie il capo di confusione.
   L'anima è sol come si vede espresso In un pan bianco caldo un pinnocchiato, 0 una carbonata in un pan fesso.
   E chi crede altro ha il fodero in bucato, E que' che per 1' un cento hanno promesso Ci pagheran di succiole in mercato.
   Mi dice un che v' è stato Nell'altra vita, e più non può tornarvi, Che appena con la scala si può andarvi. '
   Costor credon trovarvi E beccafichi, e gii ortolan pelati, E buon vin dolci, e lett. spiumacciati,
   (1) Études historiques et littéraires. — Études italiennes. — Poésie épique.
   (2) Notizie storiche aggiunte al Morgante Maggiore nell'edizione di Venezia 1812. Tipi di Pietro Bernardi. — L. Settembrini, Lezioni di Lett. Ital. Voi. I. XX.
   (5) Del Pulci si sono raecolte, non è molti anni, delle lettere ehe servono a mettere in chiaro aleuni punti 'oscuri del suo poema e della sua vita. Vedi Lettere dì Luigi Pulci, Lueca, Giusti, 1862.
   (4) Di questi Sonetti ve n' ha un'edizione ehe porta la data del 1759. Non abbiamo viste le edizioni che sappiamo essere state fatte prima di questa.