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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

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a cura di Federico Adamoli

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   CAI'ITOLO QUARTO. — RINNOVAMENTO DELLA LINGUA, ECC. S-81
   giava da lontano la cavalleria dei romanzi è dimenticato. D'onde ciò ? e se, come par ragionevole supporre, nel poema immaginato dal Poliziano la giostra non doveva essere che un episodio, dove trovare l'unità di questo mondo di cui le Stanze sono i frammenti1? «Nella giovine mente del poeta, osserva il De Sanctis, non ci è il romanzo, ci è Stazio e Claudiano con le loro Selve, ci è Teocrito ed Euripide; ci è Ovidio con le sue Metamorfosi, ci è Virgilio con la sua Georgica, ci è il Petrarca con la sua Laura, ci è tutto un mondo d'immagini fluttuanti, sciolte, disseminate come le stelle del cielo all'occhio del semplice pastore. Questo è il mondo che vien fuori in un legame artificiale e meccanico, delle cui fila interrotte nessuno si cura, perchè la giostra non è il motivo di questo mondo, è la semplice occasione. La sua unità 11011 è in un'azione frivola e incompiuta, debole trama. La sua unità è in sè medesimo, nello spirito che lo move, ed è quel vivo sentimento della natura e della bellezza che dal Boccaccio in qua è il mondo della coltura » (1).
   Le Stanze per la giostro, sono il modello della nuova poesia. — L'introduzione della mitologia classica, l'imitazione dei poeti greci e latini, il sentimento dell'umano e del terrestre, in luogo della trascendentalità ascetica e mistica del Medio Evo, il cutto della forma, erano, sin dai tempi del Boccaccio, gli elementi costitutivi del inondo poetico italiano. A non parlare della giostra, azione inconcludente, il contenuto delle Stanze non è nuovo. L'antichità vi è riprodotta co'suoi miti; Virgilio, Teocrito, Ovidio, Orazio, vi riappariscono colle loro immagini e colle loro frasi. Tuttavia vi ha nelle Stanze una originalità che colloca il Idiziano molto al di sopra di tuti i poeti suoi contemporanei. E l'originalità nasce dal vivo sentimento dell'arte, che ricrea, nel riprodurle, le reminiscenze dell'antichità classica, da un'immaginazione che illeggiadrisce e idealizza tutto ciò che le si offre, dal sentimento squisito che anima le descrizioni della natura, dal senso mirabile di tutte le bellezze e grazie del volgare vivente, dalla sapiente melodia del verso, dall'orditura facile, spontanea ed elegante dell'ottava. L'interesse inspirato dalle Stanze è tutto artistico, né altro che l'arte ebbe di mira il Poliziano nel comporle. Ma quest'arte è mirabile, e dalle sue inani escono le prime e più pure creazioni del Risorgimento. Aspirazioni ascetiche e mistiche, terrori, malinconie, simbolismo, teologia scolastica, tutto questo mondo de'lo spirito medioevale è ito in bando e dimenticato. Lo spirito dei nuovi tempi vive tutto al di fuori nel mondo sensibile una vita piena di serena voluttà. L'artista non cerca che la bella forma; egli non ha altra religione che l'arte; sua unica Musa è la bellezza. Cosi ispirato, tutto che esce dalla sua immaginazione assume forme nitide, decise e compiute ; il suo è un mondo plastico dove la realtà terrestre apparisce leggiadramente idealizzata. Di ciò è uno splendido esempio la Simonetta del Poliziano:
   Candida è ella, e candida la vesta, Ma pur di rose e fior dipinta e d'erba : Lo innanellato crin dell'aurea testa Scende in la fronte umilmente superba. Ridele attorno tutta la foresta, E quanto può sue cure disacerba. Nell'atto regalmente è mansueta, E pur col ciglio le tempeste acqueta (2).
   Questa figura annunzia il nuovo regno dell'arte. « Essa, dice il Carducci, testimonia il giovane e puro rinascimento, la dignità restituita alla materia, alla carne,
   (1) Op. cit. Voi. I, pag. 371. — Il Carducci, nel Discorso premesso alle Stanze, all' Orfeo, ed alle Rime del Poliziano , indica con sómma diligenza i luoghi degli scrittori greci e latini da cui son tratte molte delle immagini e delle frasi che s'incontrano nelle Stanze. V. pag. XLIX e segg. ediz. cit.
   (2) Lib. 1, st. 43.
   Ikveunizzi. — Il insorgimeli lo. 3i