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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CAI'ITOLO QUARTO. — RINNOVAMENTO DELLA LINGUA, ECC. S-81
   Paolo e Giovanni, i due antichi favoriti di Costantino, non vogliono ubbidire all'editto del novello Imperatore. Ma Giuliano intende d'essere ubbidito ad ogni modo:
   Che vai Signor, che obbedito non sia Da suoi soggetti, e massime allo inizio1? Perchè un rettor d'una podesteria Nè primi quattro dì fa il suo uffizio.
   Pero chiama a sè i due giovani cristiani, li esorta ad abbandonar Gesù e ad adorar Giove, e poich'essi a ciò si rifiutano li condanna entrambi alla morte. Invano un fido dell'imperatore ritenta la prova; G.ovanni e Paolo sono irremovibili nella loro fede, e muoiono, lieti di spargere il loro sangue per Cristo e pieni di speranza nel regno celeste. Intanto tutti i Cristiani dell'impero s sollevano, e Giuliano, già pronto per una grande impresa contro i Parti, impresa che deve rialzare il nome e la potenza di Roma, si prepara a disperderli. Ma San Basilio prega Dio a venire in ajuto della sua Chiesa perseguitata, e Dio lo esaudisce. La Vergine Maria apparisce sopra la tomba di San Mercurio, e dice:
   Esci, Mercurio, dalla oscura tomba; Pigl-a la spada e l'arme già lasciate, Sanza aspettar del Giudizio la tromba. Da te s en le mie ingiurie vendicate....
   Giuliano imperador per questa strada Debbe passare, o Martir benedetto; Dàgli Mercurio, con la giusta spada, Sanza compassione a mezzo al petto,... Uccidi questo rio venenoso angue Il qual si pasce sol del Cristian sangue,
   Tutto è in pronto. Giuliano non si cura delle ciance degli astrologi, che gli predicono sventura, e partesi coll'esercito. Ma cammin facendo, è ferito a morte da San Mercurio.
   Mirabil cosa! (egli dice) in mezzo a tanti armati Stata non è la mia vita secura. Questi non son de' Parti fer gli aguati; La morte ho avuto innanzi alla paura; Un solo ha tanti Cristian vendicati. Fallace vita! e nostra vana cura! Lo spirito è già fuor del mio petto spinto: 0 Cristo Galileo, tu hai vinto.
   E con queste storiche parole di Giuliano l'Apostata il dramma si chiude.
   Non giudichiamo la Rappresentazione di San Giovanni e Paolo dal lato dell'arte drammatica, che non c'è. Vi manca il dramma; i caratteri vi sono appena tracciai e rimangono senza svolgimento; essa è, infine, come le altre rappresentazioni popolari, una storia messa in dialogo. Ciò che in essa ci apparisce rappresentato è il mondo miracoloso del Medio Evo, meno la fede, la serietà, la vita ch'esso aveva nel Medio Evo, e divenuto invece esteriore e meccanico, e cangiato in un mondo d pura immaginazione , che interessa soltanto per la varietà e straordinai età ilegl accidenti. — Le guarigioni e le morti meravigliose, i rapidi cangiamenti nello stato morale e fisico dei personaggi, le improvvise apparizioni delle armate celesti, degli angeli e dei santi, le battaglie, le solenni cerimonie accompagnate dalle splendide decorazioni della scena, — ecco infatti di dove Lorenzo trae gli effetti del suo dramma L'interesse religioso, se ancora qualche poco ne rimane, svanisce del tutto