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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

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a cura di Federico Adamoli

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   IL RISOiìGIMENTO.
   S'impegna la battaglia; Gallicano trionfa, fa prigionieri il re di Dacia e i suoi figliuoli, e torna a Costantino, narrandogli la sua conversione al Cristianesimo e la miracolosa vittoria da lu riportata. Costantino è lietissimo di tutto ciò, e 1' allegrezza sua cresce ancor più quando sente che Gallicano rinuncia alla mano di Costanza e si dispone ad abbandonare il mondo per servire soltanto a Dio.
   Costantino, ornai vecchio e stanco, raccoglie intorno a sè i suoi figli Costan° tino, Costanzo e Costante e loro affida l'imperio, accompagnando quest'atto con avverti nenti poiitic suggeritigli dal senno, dall'età, dalla esperienza.
   E chi sarà di voi del regno erede Sappi che '1 regno altro non è che affanno. Fatica assa. di corpo e di pensiero; Nè, come par di fuor, dolce è l'impero.
   Sappiate che eli. vuole il popol reggere Debbe pensare al bene universale; E chi vuole altri dagli error correggere, Sforzisi prima lui di non far male: Però conviensi giusta vita eleggere, Perchè lo esemplo al popol molto vale: E quel che fa il signor fanno poi molti; Che nel signor son tutti gli occhi volti.
   Bisogna sempre gì occhi aperti avere;
   Gli altri dormon con gì. occhi di quest'uno.
   AftabiJ, dolce, e grato si conservi;
   Il signor dee esser servo de' servi.
   Costantino, primogenito del grande imperatore, prende le redini dell'impero, e gli altri due suoi fratelli vanno a sedare le ribellioni scoppiate qua e là dopo l'abdicazione di Costantino. Le cose dell'impero vanno alla peggio. Le armate imperiali sono state messe il rotta; i più forti guerrieri sono stati presi o morti; Costanzo e Costante stessi sono stati accisi sul campo. Costantino, però, in mezzo a tanta sventura ti conforta.
   Co' vivi i vivi, i morti sien co' morti.
   Ei sa che tutto il male dipende dal tollerare nell'Impero
   Questa vii gente, quale a Cristo crede:
   Io vo' levar, se questo è la ragione,
   Perseguitando questa vana fede;
   Uccidere e pigliar sia chi si voglia.
   Oimè il cor .... quest'e l'ultima doglia.
   E muore, e in suo luogo si elegge un nipote di Costantino, Giuliano l'Apostata. Questi, pensando che la presente tristissima condizione dell'Impero dipenda dai sacrifici tolti a Giove ed agli Dei, e volendo ritornar Roma alla sua antica e tremenda potenza, ordina che si riaprano i templi tutti degli Dei, e si rialzi il simulacro della Vittoria e si spoglino i Cristiani delle lor robe,
   Chè Cristo disse a chi vuol sua fede,
   Renunzi a ogni cosa che possiede.
   Questo si trova ne' Vangeli scritto;
   Io fui Cristiano, allor lo intesi appunto.