CAPITOLO QUARTO. — RINNOVAMENTO DELLA LINGUA, ECC. 2-11
Il terzo che tu vedi, eh' è già quici, Pur di teologia ha qualche inizi ), E dottorossi per mezzo d'amici:
Ed ha apparato che '1 maggior supplizio Che avesse in terra il nostro Salvatore, È quando in su la croce disse: Silfo-,
E par che gli scoppi ed apra il core, Se predicando ei vien mai a quel passOj Mettendo se medesmo in tal dolore.
Se come e' mangia e bee, e come è grasso Ei fusse dotto, niun Santo Agostino Allegherebbe, o chi 'nsanguinò il sasso.
Egli ha studiato in greco ed in latino Tanto che' ei sa che il grasso di vitello Allarga il petto, e beelo come il vino (1).
Talora vedi farsi dai beoni gli atti e i gesti che fanno le anime di Dante, come nel seguente esempio del capitolo VII. Un beone ne vuole abbracciare un altro.
Tre volte d'abbracciarlo fe'concetto Tre volte la man tese a quel camniiio Tre volte gli tornar le mani al petto
Tal'altra invece li senti mover dubbi e disputare, sempre parodiando la severa forma dantesca, come accade nel capitolo II:
Ed or qui nasce una sottil disputa Ed un bel dubbio in questo dir si posa.
Se '1 ber caccia la sete, eh'è tenuta Sì dolce cosa, adunque il bere è male? Ma in questo modo poi ella è soluta.
Mai non si sazia sete naturale Come la mia, anzi più si raccende, Quanto più bee come beessi sale.
E come Anteo le'sue forze reprende Cadendo in terra, come si favella, La sete mia dal ber più sete prende.
E perchè l'acqua della femminella Spegne la sete, per giuocar più netto Acqua non beo, per non gustar di quella.
Calato in mezzo a questa realtà della vita fiorentina, Lorenzo vi si spassa e ne fa la caricatura con molto brio, e con un piglio festevole eh' ei non smette mai dinnanzi a quelle miserevoli degradazioni della dignità umana. Il sarcasmo di Dante si scioglie in un'ironia superficiale e allegra, che attesta l'indifferenza e lo scetticismo dell'anima.
L'umor comico pieno di sali e d'arguzie, che noi troviamo nei Beoni prende una nuova e più accentuata espressione nelle Ballate e nei Canti Carnascialeschi. Nella Nencia si ride de' semplici costumi del contado, nel Simposio pei vizii dei cittadini di Firenze, ma nei canti che Lorenzo destinava al popolo materia del comico è la religione e la morale. Quello che in essi trovi è il mondo ascetico e mistico del Medio Evo che niuor denso da una generazione di scettici pieni di spirito
(1) Beoni, cap. IV. Invehmzzi — II Risorgimento.
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