Stai consultando: 'Storia Letteraria d'Italia Il Risorgimento', Giosia Invernizzi

   

Pagina (267/380)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (267/380)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   CAI'ITOLO QUARTO. — RINNOVAMENTO DELLA LINGUA, ECC. S-81
   Qui volle a lato a me soletto porsi: E quivi interamente me li diedi: Quivi legò Amor ambe duo noi Dì un nodo, che giammai si sciolse poi. Quando 1 senti» tra l'ombre, e vidi appresso, Il cor tremava pavido nel petto. Era il disio e dubbioso e perplesso Da timor lieto e timido diletto. In un tempo era il vago core oppresso, Nè so in quel punto quel che avessi eletto: Mentre Amor spinge i passi, e '1 timor frena Mi giunse di letizia incerta piena.
   0 parolette, o dolci amplessi, o baci, 0 sospirar che d'ambo i petti uscia! 0 mobil tempo, o brevi ore e fugaci Che tanto ben ve ne portaste via! Quivi lasciommi piena di disio, Quando già presso al giorno disse,: Addio.
   Così partissi, e da me fu disgiunto. Scorgendo questa mano il cammin cieco, Strinse e basiiolla e'1 cor mio portò seco. Drieto quant'io potei da questo loco Li tenni gli occhi lagrimosi e'1 volto: Soletto andava acceso in dolce foco Coi passi avversi, e '1 viso vèr me vólto, La notte ombrosa fece durar poco Quest'u'tima dolcezza, e mi fu tolto. A.gli occhi più virtù non è concessa Ma restò dentro il cor la forma impressa (I).
   Ed ecco ora una scena campestre della primavera:
   A.1 do/ce tempo il buon pastore informa Lasciar le mandre, ove nel verno giacque : E '1 lieto gregge che belando in torma Torna all'alte montagne, alle fresche acque: L'agnel trottando pur la materna orma Segue; ed alcun, che pur or ora nacque, L'amcrevol pastore in braccio porta : Il fido cane a tutti fa la scorta. Un altro pastor porta sulla spalla Una pecora, ch'è nel cammin zoppa: L'altro sopra una gravida cavalla La rete, e '1 inaglio e l'altre cose lia in groppa Per serrarvele allor ch'el sole avvalla (2).
   La realtà, come abbiam notato, è qui ritratta co' suoi propri colori, e difetto di Lorenzo de' Medici, come nota il De Sanctis, « è appunto il soverchio naturalismo, una realtà minuta osservata e riprodotta esattamente ne' suoi caratteri
   (1) Selva d'amore, st. 88, 89, 00, 91, 02.
   (2) Id. Ibid. st. 52 e 53.