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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

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a cura di Federico Adamoli

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   IL RISOiìGIMENTO.
   attesta quel culto della forma come forma, chyera una delle tendenze più spiccate della vita interiore dei contemporane di Lorenzo. Lo spirito nella bella torma si compiace e si riposa; l'arte fine a sè stessa. Nei capitoli intitolati Alter rosone o dialogo hai 1' uomo colto, lontano dal tumulto deg.i affari, con la mente elle spazia a suo grande agio pel cielo delle idee, e che si tiene a lungo sollevato in quelle serene regioni, cullandosi in ozi erudit e dilettosi.
   Da più dolci pensier tirato e scorto Fuggito avea l'aspra c. r 1 tempesta Per ridur l'alma in più tranquillo porto.
   Così tradotto 1 cor da que'la a questa Libela vita, placida e sicura, Ch'è quel poco del ben ch'ai mondo resta ;
   E per levar da mia fragil natura
   Quel peso che a saLr l'aggrava e lassa, Lasciai il bel cerchio delle patrie mura.
   E pervenuto in parte umida e bassa,
   Amena valle, che quel monte adombra, Che '1 vecchi ) nome per età non lassa,
   Là dove un verde lauro facev'ombra, Alle radici quasi del bel monte M'assisi (1)......
   Qui capita un pastore, al quale Lorenzo tesse magnifiche lodi delia felicità della vita rustica. Ma il pastore lungi dal vedere la felicità nella v'ta campestre, la vede nella vita cittad na, delia quale aila sua volta celebra le lodi. Si disputa così qual delle due sia più felice vita. Sopraggiunge Marsilio Fieno, il filosofo il quale entra giudice nella quistione, sostenendo che la vera e suprema felicità non si trova nè nella vita campestre nè nella cittadina, ma iu quel summo bene di cui ragiona Platone nei suoi Dialoghi.
   Come x\q\YAmbra il culto degli artisti per la bella forma, cosi senti néW'Alter-cazione l'aspirazione dei filosofi verso un ideale che non è più quello della Scolastica, ma che intanto resta ancora lontano dalla vita, e non interessa che l'amore della coltura. Raccolto in queste terzine ci è l'eco delle disputazioni filosofiche, tenute nella tranquilla villetta del Ficino a Montevecchio.
   Lorenzo rende in queste poesie la vita interiore de' suoi colti contemporane , pei quali l'età dell'oro, qual'è descritta nella Selva d'Amore, era 1'. leale. Beati tempi ch'erano un ricordo insieme ed una promessa! Usciti dall'immag.nazione della classica antichità e ritoccati da quella del secolo XV, essi si sostiti vano all'ideale ultraterreno del Medio Evo, rimovendo dalla vita le inquietudini dell'ascetismo e accennando all'armonia fra i desideri che movono il cuore dell'uomo e i fini volut dalla natura, fra l'ideale che sorge nel pensiero <1 quello e 1 reale che vive e s* svolge nel seno di questa. Il sentimento ed il pensuro si liberavano cosi dal misticismo, e nella poesia appariva la realtà della vita umana e della natura ritratta coi propri colori. Vedete le stanze che Lorenzo dei Medici intitolava Selva d'amore. Quanta vivacità ed evidenza in quelle narrazioni e desciizionì Ecco le rimembranze di donna amata che siede in casa sola e pensosa lontana dall'amante :
   Qui l'aspettai, e quinci pria lo scórsi: Quinci sentii l'andar de' leggier piedi : E quivi ia man timida li porsi: Qui con tremante voce dissi: or sied :
   (1) Altercazione, cap. I,