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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

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a cura di Federico Adamoli

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   CAI'ITOLO QUARTO. — RINNOVAMENTO DELLA LINGUA, ECC. S-81
   tutte quelle altre condizioni non meno grate all'animo ed al cuore. Chi, adunque, propone un vero amore, propone una grande perfezione cosi nell'amata come ni chi ama, propone, cioè, un bene. E parimenti un bene nasce dall'amare una cosa sola. Infatti, chi ama una cosa sola, di necessità non pone cura ad altre cose, e però si si priva di tutti gli errori e di tutte le voluttà nelle quali comunemente incorrono gl uomini; ed amando persona atta a conoscere, e cercando in ogni modo che può di piacerle, bisogna d necessità che in tutte le opere sue cerchi degnificarsi e farsi eccellente tra gli altri, seguitando opere virtuose per farsi più degno eli ei può di quella cosa ch'egli stima sopra l'altre degnissima, parendogli che in palese od in occulto, come la forma della cosa amata sempre è presente al cuore, così sia presente a tutte le opere sue, le quali laudi e riprenda secondo la lor convenienza, come vero testimonio ed assistente giudice non solo dell'opera, ma dei pensieri. E così, parte con la vergogna reprimendo il male, parte con lo stimolo del piacerle eccitando il bene, sempre questi tali, se perfettamente non operano, almanco fanno quello che al mondo è reputato manco male; la qual cosa, rispetto all'imperfezione umana, per bene si elegge (1).
   Abbiamo qui, spogliato di misticità religiosa e di scolaticismo, sottosopra quello stesso idealismo che, fatto vita e realtà dell'anima, aveva ispirato la lirica di Dante e de' suoi contemporanei. L'amore è un'aspirazione dell'anima umana verso la Bellezza, e la Bellezza è lo splendore della Verità e della Bontà. Per ciò l'amore è virtù, è gentilezza, è valore, è la sorgente insomma di tutte le qualità leggiadre ed amabili che si trovano nell'umana natura. Ma tutto ciò in Lorenzo de' Medici non scende dalle astratte ragioni del pensiero in quelle del sentimento e dell'affetto, com'era avvenuto nei poeti del Trecento, e specialmente in quel Petrarca di cm egli aveva piena la mente. I sonetti a Lucrezia Donati sono, quindi, il frutto di uno spirito coltissimo e penetrante, d'un'immaginazione educata alle squisite eieganze dell'arte classica, ma non sorgono ispirati da un'anima agitata dagli affetti e dalle passioni. Orni' è ancora che in tutte le poesie amorose del Medici, frammezzo ad idee e forine divenute convenzionali in mano ai petrarchisti, trovi immagini vivaci e leggiadre, forme tolte ai classici e rinfrescate dalla sua immaginazione, concetti e paragon pieni di spirito; cose tutte le quali mettono il suo canzoniere molto al di sopra delle mne di Giusto de' Conti, di Serafino d'Aquila, del Tibaldeo e di tutti gli altri versificatori petrarchisti di quest'età. D'altronde, c'è nel Canzoniere di Lorenzo quello che non c'è in tutti gl i altri rimatori rammentati, e cioè le nuove tendenze letterarie ed artistiche della generazione venuta dopo il rinnovamento dell'antichità classica. È lo spirito che si sgombra dai mille duri pensieri, dai mille dolori della vita pubblica, e sospira i verdi prati, V ombrose selve, gli alti monti, e là con la mente vaga si culla fra le delizie campestri e i piaceri della coltura; è una vita da cui sono scomparsi il misticismo di Dante e la malinconia del Petrarca, e che scorre placida e allietata dalle Grazie e dalle sorelle di Parnaso; è, infine, -1 sentimento della bella forma, come bella forma, che governa l'anima m< 'fferente e fa scriver Laudi «spirituali a poeti senza sicura fede religiosa, e dipinger Santi e Madonne di celestiale bellezza a pittori corrotti ed epicurei. Tutto ciò trasparisce appena dai Sonetti e dalle Canzoni del Medici, ma trova una chiara e decisa espressione nelle sue Selve d'amore, ne\YAmbra, nel Corinto e neìV Alter-cazione.
   L'Ambra era un'erma e deliziosa villetta, posta in mezzo al torrente Ombrone, dove Lorenzo, sottraendosi ai rumori della città, solea passare giorni in ozi geniali e tranquiUi. Ma un bel dì il torrente, ingrossato dall'acque, seco trasportò il favorito eremo del Magnifico. Ed ecco l'immaginazione class.ca del poeta trasformar l'Ambra in Ninfa vezzosa, strappata al suo amante dal dio geloso del fiume, e svolgere il piccolo dramma in stanze piene di semplicità, di evidenza, di vivacità e d'eleganza. milWm ci è una levigatezza, una serenità classica, ciie
   (1) Lorenzo de' Medici; Opere, loc. cit.