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IL RISOiìGIMENTO.
tare, e sosteneva darne segno abbastanza le gioì .e passate. E qui, dopo aver lodato Dante, il Petrarca e il Boccaccio, proseguiva dicendo: « E ne'nostri tempi avete avuto Leonardo Aretino ed alquanti alti ... Ma uomo che più industria abbia messo in ampliare questa lingua che Battista Alberti certo credo che nessuno si trovi, Leggete, vi priego, i libri suoi e molti e di vane cose composti; attendete con quanta industria ogni eloquenzia, composizione e degnilà che appresso ai latini si trova, si è ingegnato a noi trasferire. E Matteo Palmieri , ne' suoi dialoghi, può, non solamente per la gravità delle sentenze, ma per ordinata disposizione e per ornata e florida elocuzione, ritener gli auditori. Nè è da stimare poco Buonaccorso da Mon-temagno n quelle concioni le qual ;n laude di g.astizia, per antica consuetudine, a tutti e' raaestrati della ;ittà si fanno.... Scrisse versi Lionardo già detto, al quale, benché forse non adempiesse ogni leggiadria, pur, perchè di dottrina e d arte si vede pienissimo, gioverà più a chi vorrà essere elegante.... Ha scritto Battista Alberti egloghe et elegie tali, che in quelle molto bene osserva e'pastorali costumi, et in queste è maranglioso in esprimere, anzi quasi dipingere, gli affetti e perturbazioni amatorie.... Hanno sci.tto, e forse anche oggi scrivono alcuni altri, e' quali perchè non mancano di dotti-ina possono la vena, la quale da natura hanno abbondante, redurre a perfezione. Ma questi sono pochi e più radi che le porte di Firenze. Tutta l'altra turba, perchè sanza bussola navica e sanza il timone, può forse delle sette una sola volta, per buono occhio e naturale prudenzia scorgere il porto e condursi a salute (1). »
Questi eccitamenti ed esempi non cadevano a vuoto. La nuova generazione educata da Lionardo Bruni, dal Fu elfo e dal Landino applaudiva ai latinisti e ai grecisti, ma insieme difendeva il volgare e onorava gli scrittori del Trecento come glorie cittadine e nazionali. Odasi il Poliziano nella Nutricia:
Nec tamen Aligerum fraudar; Petrarcha triumphum; Et qui bis qu. nis centum argomenta diebus Pingit, et obscuri qui semina monstrat amoris: Unde tibi immensa ver unt prEecoi^a laudis Ingeniis opibusque potens Florentia mater,
Egli è che nelle nuove generazioni lo studio dei class. ;i aveva eccitato le forze dello spirito e svegliata una nuova attnità. Ormai le nuove generazioni erano classiche senza tuttavia essere servilmente imit^ c dei classisi: sentivano dentro sè stesse e nel mondo che le circondava una nuova vita, e tentavano di renderla nel volgare vivente, ma colla misura e col gusto che avevano amm'rato nei greci e ne latini: in breve, la tendenza ad imitare l'antichità aveva esse cessato d'essere una meccanica e servile riproduzione di contenuto e di forme, e si realizzava invece nell'ajutare la rappresentazione dell'ideale umano e terrestre, che stava d'innanzi al loro spirito, e nel perfezionare la forma. Di tal guisa esse associavano lo spirito dell'antichità all'intimo e spontaneo movimento del loro pensiero, e potevano ammirar Virgilio e Dante, studiare il latino e imprendere l'uso dei volgare vivente, coltivare la letteratura della Grecia e di Roma e continuare, sotto nuovi auspici quella dell'Alighieri e del Petrarca.
Rappresentanti di queste idee, iniziatori di questo nuovo movimento erano molti, ma spec almente Lorenzo de'Medici e Angelo Poliziano. — In più d'un luogo delle sue opere, Lorenzo sostiene il volgale. Lo sostiene nell'Epistola all' III. signor Federigo, lo sostiene nel Commento da lui fatto sopra alcuni suoi sonetti, e vale la pena xi
(1) V. Angelo Maria Bandini', Specimen litteraturm florentince. § XXI, e Miscellanea di cose inedite e rare per Francesco Corazzine