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Storia Letteraria d'Italia
I primi due secoli
Adolfo Bartoli
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 552

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   la divina commedia.
   4 11)
   Al suu Leon cinquecento cinquanta E trenta fiate venne questo fuoco A rinfiammarsi sotto la sua pianta.
   Gli antichi miei ed io nacqui nel loco Dove si trova pria l'ultimo sesto Da quel che corre il vostro annual giuoco.
   Basti de'miei maggiori udirne questo: Ohi ei si furo ed onde venner quivi, Più è tacer, che ragionare, onesto.
   Tutti color eli'a quel tempo eran ivi -Da poter arme, tra Marte e il Batista, Erano il quinto di quei che son vivi.
   Ma la cittadinanza, eh' è or mista Di Campi, di Certaldo e di Fighine, Pura vedeasi nell' ultimo artista.
   0 quanto fora meglio esser vicine Quelle genti ch'io dico, ed al Galluzzo Ed a Trespiano aver vostro confine,
   Che averle dentro, e sostener lo puzzo Del villan d'Aguglion, di quel da Signa, Che già per barattare ha l'occhio aguzzo!
   Se la gente, eh' al mondo più traligna, Non fesse stata a Cesare noverca, Ma, come madre a suo figliuol, benigna;
   Tal fatto è Fiorentino, e cambia e merca, Che si sarebbe volto a Simifonti, Là dove andava l'avolo alla cerca.
   Sariesi Montemurlo ancor de'Conti; Sariensi i Cerchi nel pivier d'Acone, E forse in Valdigrieve i Buondelmonti.
   Sempre la confusion delle persone Principio fu del mal della cittade, Come del corpo il cibo che s'appone.
   E cieco toro più avaccio cade Che cieco agnello, e molte volte taglia Più e meglio una che le cinque spade.
   Se tu riguardi Luni ed Urbisaglia Come son ite, e come se ne vanno Diretro ad esse Chiusi e Sinigaglia;
   Udir come le schiatte si disfanno, Non ti parrà nuova cosa, nè forte, Poscia che le cittadi termine hanno.
   Le vostre cose tutte hanno lor morte Si come voi; ma celasi in alcuna Che dura molto, e le vite son corte.
   E come il volger del ciel d^lla luna Copre ed iscopre i liti senza posa, Così fa di Fiorenza la fortuna ;
   Per che non dee parer mirabil cosa Ciò eh' io dirò degli alti Fiorentini, Onde la fama nel tempo è nascosa.
   E seguita parlando di molti Fiorentini che erano illustri a' suoi tempi, concludendo*