Stai consultando: 'Storia Letteraria d'Italia I primi due secoli', Adolfo Bartoli

   

Pagina (418/555)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (418/555)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia Letteraria d'Italia
I primi due secoli
Adolfo Bartoli
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 552

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   416
   «•titolo quindicesimo.
   Sì fe' Sabeliio ed Arrio, e quegli stolli Glie furon come spade alle Scritture In render torti li diritti volti.
   Non sien le genti ancor troppo sicure A giudicar, si come quei che stima Le biade in campo pria che sien mature;
   Gli'io ho veduto tutto il verno prima Il prun mostrarsi rigido e feroce, Poscia portar la rosa in sulla cima;
   E legno vidi già dritto e veloce Correr lo mar per tutto suo cammino, l'erire al fine all'entrar della foce.
   Non creda donna Berta e ser Martino Per vedere un furare, altro offerere, Vedergli dentro al consiglio divino;
   Chè quel può surgere, e quel può cadere.
   Beatrice domanda (Canto quattordicesimo), a nome di Dante, ed uno risponde, se la risurrezione dei corpi accrescerà nuova luce alle anime :
   . . . Quanto fia lunga la festa Di Paradiso, tanto il nostro amore Si raggerà dintorno cotal vesta.
   La sua chiarezza seguita l'ardore, L'ardor la visione, e quella è tanta Quant' ha di grazia sovra suo valore.
   Come la carne gloriosa e santa Fia rivestita, la nostra persona Più grata fia, per esser tutta quanta.
   Perchè s'accrescerà ciò che ne dona Di gratuito lume il sommo Bene; Lume eh' a lui veder ne condiziona :
   Onde la vision crescer conviene, Crescer l'ardor che di quella s'accende, Crescer lo raggio che da esso viene.
   Ma si come carbon che fiamma rende, E per vivo candor quella soverchia, Si, che la sua parvenza si difende,
   Cosi questo fulgor, che già ne cerchia, Fia vinto in apparenza dalla carne Che tuttodì la terra ricoperchia.
   Dante si vide poi
   ......... traslato
   Sol con mia donna a più alta salute;
   cioè trapassa senza accorgersene dal Sole al quinto cielo, di Marte :
   Come, distinta da minori e maggi Lumi, biancheggia tra i poli del mondo Galassia, si, che fa dubbiar ben saggi,
   Si costellati facean nel profondo Marte quei raggi il venerabil segno, Che fan giunture di quadranti in tondo.
   Qui vince la memoria mia lo ingegno Chè quella croce lampeggiava Cristo, Sì ch'io non so trovare esempio degno.