t,A divina commedia. 415
Rubano è quivi : e lucani da lato Il càlavrese abate Giovacchino Di spirito profetico dotato.
Il poeta descrive (Canto tredicesimo) la danza delle due ghirlande di beati :
Immagini chi bene intender cupe Quel ch'io or vidi (e ritegna l'image, Mentre ch'io dico, come ferma rupe):
Quindici stelle che in diverse plage Lo cielo avvivan di tanto sereno, Che soverchia dell'aere ogni compago;
Immagini quel carro a cui il seno Basta del nostro cielo e notte e giorno, Sì ch'ai volger del temo non vien meno ;
Immagini la bocca di quel corno, Che si comincia in punta dello stelo A cui la prima rota va dintorno,
Aver fatto di sè due segni in cielo (Qual fece la figliuola di Minoi Allora che sentì di morte il gelo),
E l'un nell'altro aver li raggi suoi, Ed ambedue girarsi per maniera, Che l'uno andasse al prima e l'altro al poi ;
Ed avrà quasi l'ombra della vera Costellazione, e della doppia danza, Che circulava il punto dov'io era;
Poi eh'è tanto di là da nostra usanza, Quanto di là dal muover della Chiana Si muove il ciel che tutti gli altri avanza.
Quindi san Tommaso scioglie a Dante l'altro dubbio, spiegandogli in che senso avesse detto d; Salomone
....... che non ebbe secondo;
e come con ciò non avesse detratto nè a Adamo nè a Gesù Cristo; e conclude avvertendo del pericolo dei giudizi affrettati, e quanto sia facile l'ingannarsi giudicando dalle apparenze :
E questo ti fia sempre piombo a' piedi Per farti muover lento, com'uom lasso; Ed al sì ed al no, che tu non vedi;
Chè quegli è tra gli stolti bene abbasso, Che senza distinzione afferma o niega, Cosi nell'un come nell'altro passo;
Percir egl' incontra che più volte piega L'opinion corrente in falsa parte, E poi l'affetto lo intelletto lega.
Vie più che indarno da riva si parte, Perchè non torna tal qual ei si muove, Chi pesca per lo vero e non ha l'arte:
E di ciò sono al mondo aperte prove Parmenide, Melisso, Brisso e molti Li quali andavan, e non sapean dove.