1-1 capitolo quindicesimo.
Dentro vi nacque l'amoroso drudo Della fede cristiana, il santo atleta, Benigno a' suoi, ed a' nemici crudo :
E come fu creata, fu repleta Sì la sua mente di viva virtute, Che nella madre lei fece profeta.
Poiché le sponsalizie fur compiute Al sacro fonte intra lui e la fede, U'si dotar di mutua salute;
La donna, che per lui l'assenso diede, Vide nel sonno il mirabile frutto Ch'uscir dovea di lui e delle rede;
E perchè fosse, qual era, in costrutto, Quinci si mosse spirito a nomarlo Del possessivo di cui era tutto.
Domenico fu detto; ed io ne parlo Sì come dell'agricola che Cristo Elesse all'orto suo per aiutarlo.
Ben parve messo e famigliar di Cristo ; Chè '1 primo amor che 'in lui fu manifesto Fu al primo consiglio che die Cristo.
Egli, continua Bonaventura,
Poi con dottrina e con volere insieme Con l'ufìzio apostolico si mosse, Quasi torrente ch'alta vena preme,
E negli sterpi eretici percosse L'impeto suo, più vivamente quivi Dove le resistenze eran più grosse.
Di lui si fecer poi diversi rivi, Onde l'orto cattolico si riga.
E lamenta poi anch'esso, il tralignare dei suoi confratelli francescani
La sua famiglia, che si mosse dritta Co' piedi alle sue orme, è tanto volta, Che quel dinanzi a quel diretro gitta;
E tosto s'avvedrà della ricolta Della mala coltura, quando il loglio Si lagnerà che 1' arca gli sia tolta.
Ben dico, chi cercasse a foglio a foglio Nostro volume, ancor troveria carta eleggerebbe: F mi son quel ch'io soglio.
Ma non fia da Casal, nè d'Acquasparta, Là onde vegnon tali alla scrittura, Ch'uno la fugge, e l'altro la coarta.
E finalmente dice di altri santi che sono con lui nella sfera del Sole:
Ugo da San Vittore è qui con elli, E Pietro Mangiadore, e Pietro Ispano, Lo qual qui luce in dodici libelli;
Natan profeta, '1 metropolitano Crisostomo ed Anselmo e quel Donato Ch'alia prim' arte degnò por la mano;