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Storia Letteraria d'Italia
I primi due secoli
Adolfo Bartoli
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 552

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   la divina commedia. 4 11)
   Ove dinanzi dissi: IP ben s'impingua, E là u' dissi: Non snrse il secondo; E qui è d'uopo che ben si distingua.
   E seguita, tessendo le lodi di san Francesco d'Assisi.
   Intra Tupino, e l'acqua che discende Del colle eletto dal beato Ubaldo, Fertile costa d'alto monte pende,
   Onde Perugia sente freddo e caldo Da porta Sole, e diretro le piange Per greve giogo Nocera con Gualdo.
   Di quella costa, là dov'ella frange Più sua rattezza, nacque al mondo un sole, Come fa questo talvolta di Gange.
   Però chi d'esso loco fa parole Non dica Ascesi, che direbbe corto, Ma Oriente, se proprio dir vuole.
   Non era ancor molto lontan dall'orto Ch' e' cominciò a far sentir la terra Della sua gran virtude alcun conforto;
   Chè per tal donna giovinetto in guerra Del padre corse, a cui, com'alla morte, La porta del piacer nessun disserra:
   Ed innanzi alla sua spiritai corte, Et coram paire le si fece unito; Poscia di di in dì l'amò più forte.
   Questa, privata del primo marito, Mille e cent'anni e più dispetta e scura Fino a costui si stette senza invito;
   Nè valse udir che la trovò sicura Con Amiclate, al suon della sua voce, Colui eh'a tutto il mondo fe' paura;
   Nè valse esser costante, nè feroce, Si che, dove Maria rimase giuso, Ella con Cristo salse in sulla croce.
   Ma perch' io non proceda troppo chiuso, Francesco e Povertà per questi amanti Prendi oramai nel mio parlar diffuso.
   E termina lamentando la degenerazione dei suoi frati:
   Ma il suo peculio di nuova vivanda È fatto ghiotto sì, ch'esser non puote Che per diversi salti non si spanda ;
   E quanto le sue pecore remote E vagabonde più da esso vanno, Più tornano all' ovil di latte vote.
   Ben son di quelle che temono il danno, E stringonsi al pastor; ma son si poche, Che le cappe fornisce poco panno.
   Seguita (Canto dodicesimo) san Bonaventura francescano, grato alle lodi date al suo Patriarca, a tessere un elogio di san Domenico :
   Siede la fortunata Calaroga, Sotto la protezion del grande scudo, In che soggiace il leone, e soggioga.