Stai consultando: 'Storia Letteraria d'Italia I primi due secoli', Adolfo Bartoli

   

Pagina (407/555)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (407/555)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia Letteraria d'Italia
I primi due secoli
Adolfo Bartoli
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 552

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   la divina Commedia. 405
   Beatrice risolve alcuni dubbi a Dante, cioè quello del come egli potesse salire, e come potesse col corpo sollevarsi sopra la sfera dell'aria e del fuoco. Giungono (Canto secondo) nel cielo della Luna ;
   La concreata e perpetua sete Del deiforme regno cen portava Veloci, quasi, come il ciel vedete.
   Beatrice in suso, ed io in lei guardava; E forse in tanto, in quanto un quadrel posa, E vola, e dalla noce si dischiava,
   Giunto mi vidi ove mirabil cosa Mi torse il viso a sè; e però quella, Cui non potea mia opra essere ascosa,
   Volta ver me sì lieta come bella: Drizza la mente in Dio grata, mi disse, Che n'ha congiunti con la prima stella.
   Pareva a me che nube ne coprisse Lucida, spessa, solida e polita, Quasi adamante che lo sol ferisse.
   Per entro sè l'eterna margherita Ne ricevette, com'acqua recepe Raggio di luce, permanendo unita.
   Dante si fa poi spiegare da Beatrice che cosa sono le macchie della Luna:
   Ma ditemi, che son li segni bui Di questo corpo, che laggiuso in terra Fan di Cain favoleggiare altrui1?
   Nella Luna (Canto terzo) stanno le anime di coloro che mancarono ai loro voti religiosi, ond'hanno minor grado e gloria che tutti gli altri celesti.
   Quali per vetri trasparenti e tersi, Ovver per acque nitide e tranquille, Non sì profonde che i fondi sien persi,
   Tornan de' nostri visi le postille Debili si che perla in bianca fronte Non vien men forte alle nostre pupille, Tali vid'io più facce a parlar pronte,
   Dante si volge
   . . . all'ombra che parea più vaga Di ragionar .......
   e le domanda chi sia :
   Ond'ella pronta e con occhi ridenti: La nostra carità non serra porte A giusta voglia, se non come quella Che vuol simile a sè tutta sua corte.
   Io fui nel mondo vergine sorella ; E se la mente tua ben mi riguarda, Non mi ti celerà l'esser più bella,
   Ma riconoscerai ch'io son Piccarda, Che, posta qui con questi altri beati, Beata son nella spera più tarda,