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Storia Letteraria d'Italia
I primi due secoli
Adolfo Bartoli
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 552

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   30g capitolo quattordicesimo.
   Svegliatosi, continuano a salire, e giunti al sommo della scala,
   In me ficcò Virgilio gli occhi suoi,
   E disse: il temporal fuoco e l'eterno Veduto hai, figlio, e se' venuto in parte Ov'io per me più oltre non discerno.
   Tratto t'ho qui con ingegno e con arte: Lo tuo piacere ornai prendi per duce, Fuor se' dell'erte vie, fuor se' dell'arte.
   Non aspettar mio dir più nè mio cenno : Libero, dritto, sano è lo tuo arbitrio, E fallo fora non fare a suo senno:
   Per eh' io te sopra te corono e mitrio.
   Dante si trova nel Paradiso terrestre (Canto ventottesimo).
   Un'aura dolce, senza mutamento Avere in sè, mi feria per la fronte, Non di più colpo, che soave vento;
   Per cui le fronde, tremolando pronte, Tutte quante piegavano alla parte U' la prim'ombra gitta il santo monte :
   Non però dal lor esser dritto sparte Tanto, che gli augelletti per le cime Lasciasser d'operare ogni lor arte;
   Ma con piena letizia l'ore prime, Cantando, riceveano intra le foglie, Che tenevan bordone alle lor rime,
   Tal, qual di ramo in ramo si raccoglie Per la pineta in sul lito di Chiassi, Quand'Eolo Scirocco fuor discioglie.
   Nella selva, Dante s'incontra in un ruscello di acqua limpidissima; e al di là di esso gli appare
   Una donna soletta, che si già Cantando ed iscegliendo fior da fiore, Ond'era pinta tutta la sua via.
   Dante la prega:
   Vegnati voglia di trarreti avanti, Diss'io a lei, verso questa riviera, Tanto ch'io possa intender che tu canti.
   Essa poi
   . . . . fece i prieghi miei esser contenti, Sì appressando sè, che' 1 dolce suono Veniva a me co' suoi intendimenti.
   Quindi soggiunge a Dante che se egli ha alcuna questione da farle, è presta a iispondergli; ed il poeta le dice:
   L'acqua, diss'io, e '1 suon della foresta, Impugnan dentro me novella fede Di cosa, ch'io udii contraria a questa.