394 capitolo quattordicesimo.
Tosto che partorì l'accoglienza amica. Prima che '1 primo passo li trascorra, Sopraggridar ciascuna s'affatica,
La nuova gente: Soddoma e Gomorra. E l'altra: Nella vacca entra I'asife, Perchè '1 torello a sua lussuria corra.
Lo spirito che aveva prima parlato a Dante, gli spiega il loro peccato:
La gente, che non vien con noi, offese Di ciò, perchè già Cesar, trionfando , Regina contra sè chiamar s'intese;
Però si parton, Soddoma gridando, Rimproverando a sè, com'hai udito, Ed aiutan l'arsura vergognando.
In obbrobrio di noi, per'noi si legge, Quando partiamci, il nome di colei Che s'imbestiò nell'imbestiate schegge.
E gli dice che egli è Guido Guinicelli.
Quali nella tristizia di Licurgo Si fér duo figli a riveder la madre, Tal mi fec'io (ma non a tanto insurgo), Quando i' udi' nomar sè stesso il padre Mio e degli altri miei miglior, che mai Rime d'amore usar dolci e leggiadre.
Il Guinicelli poi gli addita tra loro Arnaldo Daniello, e di lui dice:
Fu miglior fabbro del parlar materno.
Versi d'amore e prose di romanzi Soverchiò tutti : e lascia dir gli stolti Che quel di Lemosl credon ch'avanzi.
A voce più eh' al ver drizzan li volti; E cosi forman loro opinione, Prima ch'arte o ragion per lor s'ascolti.
Cosi fér molti antichi di Guittone, Di grido in grido pur lui dando pregio. Fin che l'ha vinto '1 ver con più persone.
Dante saluta poi Arnaldo, il quale gli risponde in provenzale. Un angelo apparisce ai poeti (Canto ventisettesimo), cantando: Beati mundu corde; e dice loro:
. . . Più non si va, se pria non morde Anime sante, il fuoco; entrate in esso.
Dante si sbigottisce. Ma Virgilio gli dice:
Figliuol mio, Qui può esser tormento, ma non morte.
Ricordati, ricordati .... e, se io Sovr'ei-so Gerion ti guidai salvo, Che farò or che son più presso a Dio?
Credi per certo che, se dentro all'alvo Di questa fiamma stessi ben mill'anni, Non ti potrebbe far d'un capei calvo.