t,a divina commedia.
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1' fui abate in San Zeno a Verona, Sotto lo imperio del buon Barbarossa, Di cui dolente ancor Melan ragiona.
E tale ha giā l'un pič dentro la fossa, Che tosto piangerā quel monistero, E tristo fia d'avervi avuto possa;
Perchč suo figlio, mal del corpo intero, E della mente peggio, e che mal nacque, Ha posto in luogo di suo pastor vero.
Io non so se pių disse, o s'ei si tacque, Tant'era giā di lā da noi trascorso; Ma questo intesi, e ritener mi piacque.
E quei, che m'era ad ogni uopo soccorso, Disse: Volgiti in qua, vedine due Venire, dando all'accidia di morso.
Diretro a tutti dicean: Prima fue Morta la gente a cui il mar s'aperse, Che vedesse Giordan le rede sue:
E quella che l'affanno non sofferse Fino alla fine col figliuol d'Anchise, Sč stessa a vita senza gloria offerse.
Poi quando fur da noi tanto divise Quell'ombre, che veder pių non potersi, Nuovo pensiero dentro a me si mise,
Del qual pių altri nacquero e diversi ; E tanto d'uno in altro vaneggiai, Che gli occhi per vaghezza ricopersi,
E il pensamento in sogno trasmutai.
Presso all'alba (Canto diciannovesimo) Dante addormentato ha una visione:
Mi venne in sogno una femmina balba, Negli occhi guercia, e sopra i pič distorta, Con le man monche, e di colore scialba.
Io la mirava; e come il sol conforta Le fredde membra che la notte aggrava, Cosė lo sguardo mio le facea scorta
La lingua, e poscia tutta la drizzava In poco d'ora, e lo smarrito volto, Come amor vuol, cosė le colorava.
Poi ch'eli'avea il parlar cosė disciolto, Cominciava a cantar sė, che con pena Da lei avrei mio intento rivolto.
Io son, cantava, io son dolce sirena, Che i marinari in mezzo il mar dismago, Tanto son di piacere a sentir piena.
Io trassi Ulisse del suo cammin vago Al canto mio, e qual meco si ausa Rado sen parte, sė tutto l'appago.
Ancor non era sua bocca richiusa, Quando una donna apparve santa e presta Lunghesso me per far colei confusa.
0 Virgilio, Virgilio, chi č questa % Fieramente dicea; ed ei veniva Con gli occhi fitti pure in quella onesta.
Bartoli. Letteratura italiana. 4!)