15-1 capitolo quinto.
Amico, io non son dessa Di quelle tre nessuna: Altrove va per essa E cerca altra persona.
E continua l'ironia nella donna quando dice :
Se perir tu dovessi Per questo cereamente, Non crederia che avessi In te innamoramento. Ma, s'tu credi morire Innanzi ch'esca l'anno, Per te fo messe dire Come altre donne fanno.
A cui risponde l'uomo con affetto profondamente sentito, e con una intonazione di mestizia vera, naturale :
0 villanella adorna, Fa' sì ch'io non perisca: Chè 1' uom morto non torna Per far poi cantar messa. Se vuoimi dar conforto, Madonna, non tardare: Quand'odi ch'io sia morto, Non far messa cantare.
Chi non sente qui la musa popolare? Si potrebbe esser sicuri che il poeta ha quasi più copiato che imitato, ha scritto secondo la rimembranza di suoni rimastigli nell'orecchio. Egli beveva la poesia alla sua ricca sorgente, e ne riversava un sottile zampillo, studiandosi d'introdurre nei suoi versi qualche cosa di più borghese ; tentava l'arte, ma senza osare di allontanarsi dalla natura. Ci è pure segno di questo l'altro canto che va sotto il medesimo nome di Ciacco e di cui non ci restano che frammenti; dove una figliuola chiede a sua madre di darle marito: tema favorito di mille canti popolari (1).
Sono questi, indizi di una scuola che dovea essere andata formandosi da lunga mano, in parte come bisogno spontaneo dell'animo, in parte, probabilmente, per reazione contro il provenzalismo invadente, contro la rettorica dei tempi, che pretendeva di cristallizzar l'arte, plasmandola con regole fìsse, e facendola rappresen-tatrice di un mondo che non era più l'attuale. Di codesta reazione ci sembrano chiaro segno parecchi dugentisti: Folgore da San Gemignano (12C0 circa), per
(1) Notiamo che nel Cod. Vaticano 3793 questo poeta è chiamato Ciaeo delanguilaia di Firenze. Di lui vi si trovano sette poesie, il cui principio è questo: « tìiema laziosat — «Non voglio più soferenza» — «Kotanta dura pena» — « Gianonmera mestiere» — «Del mio disio spietato» — «Per arno mi cltavalcava» — «Sin sono montato in dolglia» — « Madonna io sono venuto » — Cf. Grion, Die vaticanische Liederliandschrift Nr. 3793, ; :i Rom. Stud. v. Boehmer. La poesia Per arno mi cavalcava è quella di cui diede alcuni frammenti il Trucchi Mentr'io mi cavalcava, Poes. Ital. I, pag. 73. Ed è degna di singolare attenzione come quella che si modella interamente sul genere popolare, e si avvicina alla canzone da noi riportata Madre, che pensi tv fare, come ad un'altra riferita dal Carducc: (Cantilene, ecc., pag. 43). Mamma, lo temp' è venuto, chc sembra appartenere all'Alta Italia, e che e certo del secolo XIII.