Stai consultando: 'Storia Letteraria d'Italia I primi due secoli', Adolfo Bartoli

   

Pagina (141/555)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (141/555)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia Letteraria d'Italia
I primi due secoli
Adolfo Bartoli
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 552

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   letteratura dialettale isella bassa italia. 139
   dualità loro propria. Cantano l'amore secondo le leggi prescritte; cantano non quello che hanno nel cuore, non la passione, il dolore, la gioia, lo sdegno, non la natura che si presenta ai loro sguardi, nulla insomma nò di soggettivo nè d'oggettivo, ma un'astrazione, uu ideale, un tipo, sempre uniforme; e girano e rigirano intorno al oro argomento, freddi, compassati, monotoni, senza potere o volere sprigionarsi a più ubero volo, quasi paurosi che le loro ali non li' reggano in un aere diverso da quello a cui sono abituati. Nè, come ha ben detto un illustre critico, « la miseria loro procede dai difetti che son quasi necessari in arte nascente, che anzi la pretensione v'è troppa: v'è arguzia, v'è sforzo, v'è erudizione accattata ; v'è innanzi alle accademie propriamente dette, il colore accademico: è il balbettare infantile de^a decrepitezza » (1). E così doveva essere appunto, poiché decrepito era oramai quello spirito cavalleresco onde quella poesia s'informava e di cui era rappresentazione.
   I poeti siciliani della corte di Federigo furono probabilmente molti più di quelli, di cui a noi è giunta notizia, e che sono Federigo istesso, Pier delle Vigne, Inghil-fredi. Ituggerone, Guido delle Colonne, Jacopo da Lentino , Stefano Protonotano , Mazzeo Riccio, Enzo figliuolo di Federigo, e pochi altri.
   Di Federigo, o attribuite a lui, abbiamo varie canzoni, tra le quali la più nota è quella
   Poi che ti piace, Amore, Ch'eo deggia trovare ...
   Che pensiero c'è dentro1? Altri lo dica; noi non sappiamo trovarci che frasi: rasi che pajono studiate per non dir nulla. L'amante è la solita donna valente, donna fina, chiarita spera, donna sovrana, cera umana ; e lui, l'amatore, s'inchina, ama dolcemente, spera, va sperando, e così di seguito. Due sbiadite creature, che fanno freddo a guardarle; non uomo in cospetto della donna che ama, ma flauto, che manda fuori note che non sente.
   E peggio altrove: in quella poesia che comincia
   Della primavera Ciascuna rivera ...
   o nell'altra
   Della mia disianza Ch'ò penato ad avere ...
   E questi è Federigo II? L'arabo, il sensuale Federigo che canta in siffatta guisa l'amore \ 0 il filosofo, o l'uomo di stato, o il guerriero, che va trastullandosi in tali goffaggini ?• Arte fanciulla, veemente d'affetto, originale, piena d'immagini, ricca di movimento, è quella della Tenzone Alcamese. Qui invece una mollezza, una ricercatezza affettata, nessun movimento, nessuna immagine, nessuna originalità; ma invece, come ha detto un moderno, 1' arte divenuta mestiere, tutto convenzione e meccanismo (2): « assemblage de Leux communs de galanterie récherchée » (3).
   No migliori, o di poco, gli altri poeti di corte, tra' quali spetta il primo luogo a Pier delle Vigne. A lui viene attribuito quel sonetto nel quale vuol saper dire che cosa sia amore: argomento nel quale consumarono tanto inchiostro i Provenzali;
   Però che Amore non si può vedere E non si tratta corporalemente, Manti vi son di sì folle sapere Che credono ch'Amore sia niente.
   (1) Carducci, Bello svolgimento letterario in Italia nel secolo XIII.
   (2) De Sanctis, Stor. d. Letter. Ital., I, 12.
   (3) Delécluze. D. on la Pocs.,Am., I, b6.