letteratura dialettale isella bassa italia. 131
Ritenendo Ciullo come autore del Contrasto bisogna crederlo nato di popolo : supporre nel cavaliere una imitazione artificiosa delle l'orme popolari, sarebbe assurdo. Ma se nato di popolo, come quelle tradizioni locali ? Ciò non sarebbe spiegabile se non ritenendo clie la tradizione ricordi un fatto accaduto ad Alcamo , il quale poi sia entrato nel dominio della poesia popolare, sia con questo, sia con altri canti ; uè farebbe troppa meraviglia clie i posteri avessero appresso confuso l'eroe della leggenda col poeta, e che 1' errore di un Codice fosse stato ricopiato negli altri. Quel modo istesso con cui nel Volgare Eloquio si cita un verso del Contrasto, quod proditur a terrigenis mediocribus, potrebbe indicare l'umile stato del poeta ; certo indica che la poesia vien dalla piazza.
Ed ora domandiamo a noi stessi se codesto canto possa appartenere al secolo XII. [Noi non disputeremo sugli agostari nè su quelle altre parole o su quei versi che sono stati tante volte citati. In ultima analisi il grande e terribile argomento sul quale si fondano alcuni per creare un periodo letterario siculo normanno è quell'uà del Saladino; troppa povera cosa, invero, per dar luogo ad un effetto sì grande. Che un Codice abbia ha invece di au o di habe (1) è dunque fatto tanto importante perchè ci si possa fabbricar sopra niente meno che un secolo di letteratura? E sia. Nel 1150 adunque, o in quel torno, si produceva in Sicilia la poesia alcamese. Ma non si vorrà, spero, crederla la prima ; non si vorrà supporre che oggi sia nata la lingua, e domani un poeta abbia intuonato la Rosa fresca aulentissima. Un po' di preparazione ci vorrà; sarà lecito ritenere che se nel 1150 così si scriveva, anche cent'anni prima qualche rozza opera letteraria dovesse tentarsi ; e noi ci troviamo nel bel mezzo del XI secolo, qualche anno prima dei primi trovatori provenzali. Ed anche questo sia. La letteratura siciliana sì sviluppa contemporaneamente alla occitanica. Come si può fare per questa, si dovrà anche per quella poterne seguitare passo a passo lo sviluppo. Il contrasto alcamese apre la serie ; tutto è perito intorno a lui, non un ricordo, non un verso d' altra poesia in quello sventurato secolo XII ; ma non importa. Appena l'arte ci riapparisca fuori degli antri incogniti, noi la troveremo originale, sicura di sè, nel pieno flore della sua vita ; e così potremo ricostruirne la storia, paleontologi della letteratura. Dal 1150 bisogna spiccare un salto al 1230 o al 1240, per trovare, niente altro che la poesia imperiale e reale di Federigo II : una sbiadita copia de' canti della Provenza. Ma dunque ne' cento anni della sua vita, che fece codesta arte siciliana ? Dove andò essa a perdersi, a nascondersi, a morire ? Era nata con fattezze sue proprie, e le rinnegò, per imbellettarsi alla foggia altrui. Aveva vita, movimento, affetto, splendore; diceva cose che uscivano dall'anima, parlava colla forte energia della giovinezza ; ed eccola ora piacersi nella morta gora dell'imitazione, vecchia oziosa e lenta, quando ci aspettavamo di vederla gagliarda delle forze accumulate in un secolo. Se questo può essere accaduto, se un così strano fenomeno può avere spiegazione ragionevole, noi accetteremo per vero che le origini delle lettere in Sicilia sieno da riportarsi al XII secolo. Ma non basta ancora. Rimarrà da spiegarsi per quali condizioni speciali la lingua volgare potesse prima che in ogni altra parte d'Italia svilupparsi dove non c' era solo il latino che ne ritardasse lo svolgimento, ma anche il greco e anche l'arabo; e per quali avvenimenti queste tre lingue fossero fatte tacere dal volgare vittorioso. Rimarrà a dire quale uragano disperse tutta la letteratura del perìodo normanno; e quello che accadde della stessa lingua, che un secolo dopo è meno originale di un secolo prima. Certo anche noi sentiamo (e chi non lo senti-
ci) Il signor Grion nel suo bel lavoro II Sirventese di Ciullo d'Alcamo, Esercitazione criUca, Padova, 1858, propone di leggere au. Il signor Galvani (Alcune vecchie e nuove osservazioni sulla cantilena di Ciullo d'Alcamo, Modena 1870) preferirebbe hahe od abbe.