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Storia Letteraria d'Italia
I primi due secoli
Adolfo Bartoli
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 552

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a cura di Federico Adamoli

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   130 capitolo quarto.
   Senza del che non sarebbesi perpetuata nel popolo la denominazione di Casa di dulia a quella magione. » (1)
   Ammessa l'esattezza di queste notizie, noi saremmo indotti a credere che Ciullo fosse bensì l'eroe della leggenda popolare, ma non già l'autore della poesia che va sotto il suo nome. Ripetiamo ancora che non può essere una sola persona il cavaliere e il poeta-, tutto mostra che il canto è cosa di popolo: ed anche non arrivando a chiamare codesto poeta un Don Giovanni da taverna (2), certo non troveremo in lui nò i pensieri nè gli aflètti nè i modi cavallereschi del tempo. Le qualità che ci rendono cara questa poesia, sono appunto quelle che provano ch'essa non esce dal palagio signorile, ma che si cantò tra le grasse risate e tra i lazzi della folla, a cui il penultimo verso è evidentemente rivolto per levarne la risata ultima e più sonora di tutte. Quest'uomo che insiste che incalza che non accorda tregua nò dilazione, che vuol lì subito il frutto dello giardino, che alla onesta proposta della donna, cli'ei la chieda in isposa a sua madre e a suo padre, risponde quei noti versi da spavaldo e insolente:
   Di ciò che dici, vitama, nejente non mi baie, Ca de le tue parabole fatto n'ho ponte e scale; Penne pensasti mettere, son ricadute l'ale, E dato t'ajo la botta sottana; Dunque, se puoi, teniti, villana;
   quest'uomo che dice con chiarezza così plebea, quale sia lo scopo delle sue smanie-amorose :
   Con teco m'ajo a jungere e peccare (3);
   e questa donna che parla così spesso di denaro :
   L'abere d'esto secolo tutto quanto assembrare----
   Donna mi son di perperi, d'auro massa amotino .... Men este di mill'onze lo tuo avire;
   e che ha cosi fisso in mente il pensiero delle ricchezze del Saladino, del Soldano e del Papa :
   Se tanto aver donassimi quant'ha lo Saladino, E per ajunta quant' ha lo Soldano, Toccareme non poteria la mano .... Non li dignara porgiere la mano. Per quanto avere ha il Papa e lo Soldano;
   e che dopo tanti strepiti, dopo tante sguaiate parole, cede, perchè l'amante ha giurato ; ed ella medesima, preso a braccetto il suo ganzo, gli dice una frase così poco aristocratica.
   A lo letto ne gimo a la bon' ura, Ca chissà cosa n'è data in ventura;
   tutto questo, lo diremo colle parole di un solenne critico e poeta, « esce dall'ordine delle ispirazioni e forme cavalleresche: son frammenti di un'arte paesana e di popolo: son faville di quella letteratura sensuale ed ardente » (4), che avrà in Italia tanti splendidi imitatori e seguaci.
   (1) Ivi, pag. 267.
   (2) Cosi il signor Do Sanctis, nel Saggio Critico sul Petrarca, 16. E in questa espressione e'è molto del vero. Neppure la dama è gentildonna, anzi forse più volgare dell'uomo.
   (3) Altri legge 'mpiccare.
   (4) Giosuè Carducci, Delle Rime di Dante Alighieri, in Dante e il suo Secolo, pag. 719.