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Storia Letteraria d'Italia
I primi due secoli
Adolfo Bartoli
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 552

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   LETTERATURA DIALETTALE isELLA bAssa ITALIA. 121
   Ponem ke '1 creator no sia da reprende K'el me mise in arbitrio in tute le mee vesende ; Al men quand el saveva ke pur eo lieve offende, Crear el nom deve va, et in zo lo posso reprendre.
   El par k'el ge plasesse segondo la veritae Ke pur demonij fosseno, e quest fo iniquitae....
   Questo Satana che discorre cosi dirittamente, che ragiona con siffatti sillogismi non ci par cosa comune in un canto del XIII secolo, e scritto da un frate : Buon-vicino era degno di uscire dalle puerilità teologiche e mistiche , per innalzarsi ad un genere più umano. E tentò infatti quella che cosi bene fu chiamata dal profes-, sore Carducci poesia borghese. Chi potrà non sentire il profumo di quella gentile poesia dove la rosa e la viola si disputano tra loro il primato ? Chi potrà trovare affatto ruvida l'arte del poeta, per esempio, in quei versi che la viola dice alla rosa?
   Tu guardi inverse lo ce con faza orgoliosa, Dra terra, donde tu nasci, tu è trop dexdeniosa. Eo guardo inverse la terra con faza vergonzosa, Zaniai dra mia matre no vojo esse dexdeniosa.
   E chi nella sentenza del giglio non troverà leggiadria e saviezza?
   Ella (la viola) conforta i liomini, quan tost ella è apparia, In tre virtù soprane legalmente è compia, Ella ha in sè largeza ke ven da cortesia, E grand humilitae e castità polia ; Ella non è avara, vana ni orgojosa ;
   Perzò do tal sententia k'ella è più virtuosa, Compensando tute cosse, ella è più dignitosa ; Zo digo salvando l'onor dra rosa speciosa.
   Canti siffatti doverono bene passare di bocca in bocca, a rallegrar le brigate : esser letti, recitati, imparati; la loro ingenuità, la loro freschezza, il loro colorito li rendevano senza dubbio accetti e cari ad ognuno : e forse in essi si riposavano le menti stanche da un lato delle avventure troppo profane de'poemi cavallereschi, e delle monotone ripetizioni, dall'altro, delle poesie sacre. L'arte si avviava per tal guisa a rappresentare la vita reale, parlava di cose note e care ad ognuno, traendo pure dalle sue invenzioni buoni insegnamenti (1), e dando precetti di educazione.
   (I) Si veda nella Disputa tra la mosca e la formica, dove sono tra gli altri questi versi : è la formica ehe parla :
   Deo m'ha fagio nasce il mondo per bon exemplo dar, A utilità de l'homo, ke n debia meliorar,
   Ke se debla a meo exemplo fedhelmente adovrar.....
   Tuto zò k'eo sia negra e picena per natura, Per molta sapientia sont resplendente e pura: Vile arbor pare la vidhe, molto pare soza in figura, Dond'exe vin precioso, k'ai homini da pastura.
   La negra gallineta fa ove de gran blancheza, El fa la negra pegora bianco lage e de gran dolceza;
   Baktou. Letteratura italiana. 1g