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cafitolo terzo.
faccia, contro ragione, gran torto, togliendogli per forza i suoi guadagni, che sono i peccatori. Conviene qui ricordarsi come l'angiolo che nella poesia semitica fu già il superbo rivale di Dio, diventasse poi nel medioevo cattolico il servitore degli incantatori, delle streghe, dei santi, personaggio per lo più grottesco e stupidamente gotto, figura da commedia ed eroe della satira (1); e se anche qualche volta terribile, mescolata sempre la sua terribilità con un po' di ridicolo. Il Satana di Buon-vicino è altra cosa: serio ragionatore, logico inflessibile, alle ingiurie della sua nemica, egli oppone argomenti stringenti, e qualche volta quasi vorrebbe anche commuoverci:
Anc eo sont creatura del creator verax,
egli esclama ;
Per un peccao k'eo fi, nom vosse deo perdonar, Ni posso fi recovrao, mi miser confondudho;
e tu Maria, mi sei così fiera nemica, e mi hai tanto in odio, mentre poi aiuti il peccatore del mondo. E pure,
Lo peccaor del mondo più t'ha offeso ka mi, Per lu fo morto to fijo, ma no miga per mi.
E tu stessa, che dici di amare i peccatori, perchè è per cagione di essi che sei madre di Dio, non ti ricordi dunque che sono io il gran padre del peccato, e che
Tu è donca anc per mi matre del creator?
Ma perchè poi Dio m'ha creato, perchè io dovessi bruciare nel fuoco eterno
Eo me lamento de Deo, ke nom creò si bon K'eo no havesse peccao ni habiudho perdition, K'eo fosse stao fermo in ce com fe' i oltri angeli bon, Si k'eo no fosse venudho a greve perdition.
Deo è omnipoente, e ben lo poeva far, K'eo fosse creao sì sancto, k'eo no poesse peccar.
A lu niente costava, a lu niente noseva, Sed el m'havesse creao si sancto com el poeva....
El par k'el fosse alegro dra mia grand grameza, Ben ho justa cason de star sego in dureza.
Facile la risposta teologica del libero arbitrio ; a cui però replica Satana ancora:
ponem ben ke così sia ; Inanze k'el me creasse, quel k'ha la segnoria. El cognosceva ben k'eo lieve fa feronia, E k'eo me perdereve e caze a tuta via.
Dapo ke Deo saveva, anze k'el m'havesse creao, K'eo pur me perdereve per un solengo peccao, Per que me creava el donca per esse po abissao ? Eo no sereve demonio, s'el no m'havesse creao.
(1) Cf. Lenient, La Satire en France au moyen àoe, Cap. I.