letteratura dialettale isella bassa italia. 119
varia nella sua uniformità, cosi fantastica sempre, cosi inesauribile nelle sue spontanee creazioni. La novella si intreccia per tal modo in Buonvicino al canto sacro, e gli dà varietà e novità, con pitture qualche volta molto vive (1). Piacciono a Buonvicino le dispute, che noi crediamo trasformazione popolare della tenzone, del contrasto (come lo chiama Gidino da Sommacampagna (2)), di cui ai lombardi dovevano bene avere empite le orecchie i poeti provenzali. Che se da questi si tenzonò più generalmente di amore, per risolvere questioni o sottili o strane, con arte fine e misurata, gli imitatori (e si intenda colla debita discrezione questa parola) applicarono questa forma ai loro argomenti prediletti; essi che non potevano intendere le astruse questioni dell'amore cavalleresco, e che non volevano far tenzonare i cavalieri e le dame, fecero tenzonare invece i santi, i fiori, gli animali: tre cose che al popolo sono sempre piaciute.
Una disputa troviamo 111 Buonvicino, che ci sembra assai originale. È un contrasto tra la Madonna e Satana, il quale si lamenta che la Madre del Salvatore gli
(1) Quella per es. della testa del pirata, che sola rimane del suo corpo divorato da' pesci, e galleggia, pure aspettando la misericordia di un confessore; ed ottenutala:
.....incontinente pos questo la testa è morta infin.
E l'altra di Maria Egiziaca:
Ella demanda i homini, i atanta e li imboldisce;
Multi fa peccar con sego, molte anime pervertisce ;
Peccunia no demanda ; tuta arde, tuta imbrutisce;
Ella no se vè mai sana, ni dal peccao se partisce.
Tutti gli argomenti del resto trattati da Buonvicino furono popolari nel medioevo;ed alcuni sono arrivati lino a noi. Per esempio la leggenda di Sant'Alessio si ritrova, oltre che nella letteratura francese e provenzale, anche in un canto monferrino, come può vedersi dalla Orazione di S. Alessio (Canti e Racconti del Popolo Italiano, voi. I, Canti Movferrini, 126). La leggenda francese fu pubblicata da Hoffmann. Yed. Sistzungsbericht cler k. buyer. Akad. d. Wissensch. zu Milnchen, 1868, I, 88-116.
Nella poesia De Die Judicii sono alcuni brani che possono essere utilmente paragonati con quelli di Fra Giacomino: Quello per es. che comincia:
Li miseri pur d'angustia le lengue se mangiaràn, E Deo, nostro segnor, fortemente blastemeràn, In anima et in corpo dobio tormento havràn, E queriràn la morte, mi mai la trovaràn;
dove poi segue una scena di maledizione tra padre e figliuolo. Odasi questo lamento dei iannati:
Dolenti nu, gramissimi, nu miseri venenenti, 0 è le nostre richeze, i amisi e li parenti, • Possession, palasij, castello e guarnimenti, Li risi e li conforti, li canti e li mstrumenti?
Li canti n'en stravolti in grangi ululamenti, L'haver in grand miseria, li risi in planzementi. Le nostre speranze èn volte in grangi desperamenti, Lo golzo in grand tristitia, li zoghi in grangi tormenti.
Nel Vulgare de Eleemosynis si narrano le leggende de Eortulano ; de S. Bonifacio ; de milite qui amisit bona sua, quem diabolus voluit occidere; de passione S. Donati; de tribus amicis; de civitate quae mittebat iudices suos in desertum ; de rege qui ample-ctehatur pavperes.
(2) Tratt. dei Ritmi Volg. 223.