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Storia Letteraria d'Italia
I primi due secoli
Adolfo Bartoli
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 552

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a cura di Federico Adamoli

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   12? capitolo terzo.
   pio e caritatevole (1), ci ha lasciato molte poesie dialettali (2), scritte probabilmente sulla metà del XIII secolo. Ancffègli pagò il tributo al suo tempo, con molti canti religiosi : ma diversi da quelli di cui abbiamo parlato fin qui (3). Egli, per esempio, dirà le lodi della Vergine; e dopo essersi lasciato andare alle solite frasi, comuni in tutti gli inni di questo genere, ma dove pure sono alcuni versi che si avvicinano all'eleganza (4), noi lo sentiremo cessare la sua lirica e passare al racconto, narrandoci le leggende di un castellano, di un pirata, di Maria Egiziaca, e di due monaci: ingenue storie che ci trasportano in quel mondo d'illusioni e di inganni, e ci rivelano un'altra pagina di quella vita del medioevo cosi
   (1) Sopra il suo sepolcro, nel Chiostro dei Conventuali di Milano, fu scritto: Qui con-struxit Hospitale de Ugnano — Qui composuit multa vulgaria — Qui primo fecit pul-sari campanas ad Ave Maria — Mediolani et in Comitatu. — Il Tiraboschi mi pare clic gli neghi quest'ultimo merito, del chc noi davvero poco ci dorremo. — L'epigrafe è riferita dal Quadrio; Stor. e Rag. d'ogni Poesia, VI, 360.
   (2) Di lui Erycius Putaneus (De Rhetor. et Scoi. Palat.) scriveva che « italicam lin-guam rudem etiam tunc, et, ut ita dicam, infantem, stilo et eloquio colere aggressus est. »
   (3) Ecco l'elenco delle poesie di Bonvesin da Riva, quali furono pubblicate dal Bekker (Bericht vber die zur Bekanntmachung geeigneten Verhandlungen der K. Preuss. Aka-demie der Wissenschaften zu Berlin. Jahr. 1850, 1851).
   I. Disputa tra la Vergine e Satana; versi 480. — I. 322.
   II. De quindecim miraculis que debent apparere ante diem Judicii; versi 52. — I, 379.
   III. De die Judicn; versi 396. — I, 380.
   IV. Vulgare de Eleemosynis; versi 1053. — I, 438.
   V. Laudes de Virgilio Maria; versi 528. — I, 478.
   YI. Disputatio rosae cum viola; versi 248. — II, 3.
   VII. Disputatio muscae cum formica; versi 276. — II, 9.
   Vili. De quinquaginta curialitatibus ad mensam; versi 204. — II, 85.
   IX. De peccatore cum Virgilio; versi 144. — li, 90.
   X. Rationes quare Virgo tenetur diligere peccatorcs; versi 124. — II, 94.
   XI. De anima cum corpore; versi 388. — II, 133.
   XII. Sic anima peccatoris venit ad visitandum corpus suum; versi 144. — II, 142.
   XIII. Vulgare de passione S. Job.; versi 324. — II, 209.
   XIV. Vita Beati Alesi; versi 112. — II, 217.
   Il Bekker ha tratto queste poesie da un Codice della Biblioteca di Berlino, che probo,-bilmente è quello stesso della Libreria di S. Maria Incoronata di Milano, già veduto dal Tiraboschi, e che sparì dopo il 1817. — Cf. Art. di Mussafia, in Borghini, I, 393.
   Non poche poesie del Buonvicino sembrano perdute, quelle per esempio ricordate dal Quadrio, Leggenda di Messer S. Cristofeno, Leggenda di S. Lucia, De lo Sciavo Dalma-sina, De uno zovane che zogò in soa sventura (Stor. e Rag. d'ogni Poesia, VI, 360, 61). — Speriamo che una qualche volta possano ritrovarsi. Nel decorso anno una poesia di Buonvicino (Disputa fra i dodici mesi) fu scoperta a Madrid dal prof. Edoardo Lidforss dell'Università di Lund, in Svezia, il quale ci scrive che l'avremo tra non molto pubblicata.
   (4) Quella è viora olente, quella è rosa floria, Quella è bianchissimo lilio, quella è zema polia, Quella è in terra avocata, nostra speranza e via, Quella è piena di gratia, piena de cortesia.
   Quella è saludhe del mondo, vaxel de deitae, Vaxel preciosissimo e plen d'omnia bontae, Vergen sor tute le vergene, soprana per beltae, Magistra de cortesie e de grand humilitae.
   Quella è corona d'oro in l'eternai contradha, Corona d'oro zeinadha, de bon virtù ornadha, eco.