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Storia Letteraria d'Italia
I primi due secoli
Adolfo Bartoli
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 552

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a cura di Federico Adamoli

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   J()8 CAPITOLO SECONDO.
   (1), (li Aliscans (2), (li Foulques de Candie (3), del Romanzo d'Ettore (4). Noi abbiamo la prova che anche in tempi molto posteriori durò in Italia quest'uso di un francese semi-italiano, se nel 1358 potè Niccolò da Casola scrivere il poema di At-
   ti) Cod. X, pubblicato dal signor Meyer nel VI voi. degli Anciens Poetes de laFrance.
   (2) Cod. Vili.
   (3) Cod. XIX e XX. — Aliscans e Foulques appartengono al ciclo di Guillaume au Court nez. - Cf. Gautier, Ep. Fr., Ili, 435-36, dove è anche un breve saggio dell'AliscanJ Veneziano. Altro saggio più lungo ne pubblicò Keller, Romvart, 29-38.
   (4) Il Liruti, come è noto, nelle sue Notizie de' Letterati del Friuli (1,301 segg.) dice che Lodovico Conte di Porcia scrisse in francese una Vita di Giulio Cesare, che il Liruti stesso vide in un Codice di Lorenzo Patarolo, a Venezia; c soggiunge che nello stesso Codice seguiva un poema, parimente francese, sopra Ettore Trojano che comincia « Nos tru-vons por escripture», ccc. Già il signor Banchi [I fatti di Cesare, Bologna, Romagnoli, 1863, pag. XXVIII, XXIX) con buone ragioni combattè l'opinione del Liruti, che la vita di Cesare fosse scritta dal Porcia. Resta però il poema di Ettore, intorno al quale noi possiamo dare qualche notizia. Il signor Paolo Meyer ha voluto cortesemente comunicarci un suo Rapporto sui manoscritti di Oxford (che non sappiamo se sia ancora pubblicato), dal quale prima di tutto abbiamo rilevato che il Codice Pataroliniano è ora tra i Canoincium di Oxford ossia tra quei manoscritti preziosi di Matteo Luigi Canonici, gesuita veneziano fortunatissimo raccoglitore di cimclii molto rari (de' quali era compratore e rivenditore continuo), i quali dopo la sua morte furono venduti (1817) alla Bodlejana di Oxford (C, Fulin, Intorno ai Codici che sono fuori della Venezia, pag. 53, segg., nell'opera / Codici
   di Dante Alighieri in Venezia, 1865).
   Di questo manoscritto Canoniciano (che porta a Oxford il n.° 450) dà il signor Meyer una descrizione che corrisponde identicamente a quella del Liruti. E della seconda partd di esso Codice, che contiene appunto il Romanzo d'Ettore, scrive esso signor Meyer che est incontestablement l'oeuvre d'un italien ; onde bisogna aggiungerlo au groupe d ,a assez considérable des poèmes composés en frangais par des italiens, pnncipalement par des lombarda et pur des venitiens. Egli soggiunge ancora di non conoscere che un altro esemplare solo di questo poema, nel Cod. 821. ant. 7209, della Biblioteca «penali di Parigi (su di esso cf. Hist. Litt., XIX, 670). Ma anche la Riccardiana di Firenze possiede il Romanzo d'Ettore (Cod. 2433, che ha per titolo Le Livre de Troije); e parimente 1 Marciana di Venezia (Cod. fr. XVIII, carte 143), il qùale ultimo fu già fatto onoscere la Keller (Romvart, 94). Nel Cod. Pataroliniano di Oxford è in line il nome dell'autore o del
   copista:
   Senes 1' escrit, scriptor nomes, Cui Diex donit vie et sanites.
   Suppone il signor Meyer che si possa identificare questo Senes col Cenat d. Gui de Nanteuil, considerando l'autore del preambolo al Gui come copista del Romanzo d'Ettore — Il Cod. Marciano finisce invece:
   Da portuiel guiaume sui Buen servir est gardier acuì Des cauces noires grand merci De che ay cscrit bien sui meri.
   Chi è Guglielmo da Portuiel? Potrebbe forse pensarsi a Portule in Istria? 0 dovrebbe leggersi invece Fort uiel, Porto vecchio? Noi inclineremmo a questa seconda supposizione.: Porto vecchio è un paese presso Portogruaro, nel Veneto appunto. Se poi sia posfeibil trovare qualche legame tra Senes (Senex) e Fort viel, non sappiamo. Ecco qui, frattanto il principio del Cod. Riccardiano, che si può paragonare col Marciano, in Keller, llomv.: