Stai consultando: 'Storia Letteraria d'Italia I primi due secoli', Adolfo Bartoli

   

Pagina (109/555)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (109/555)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia Letteraria d'Italia
I primi due secoli
Adolfo Bartoli
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 552

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   FATTI C1IF, APPARECCHIARONO LE PRIME MANIFESTAZIONI, ECC. 107
   liana, nel quale si ha una lingua fortemente e regolarmente (1) italianizzata, e vi si leggono molte reminiscenze classiche (2). ed è messo in scena anche un re de' Lombardi, Desiderio, di cui si fa difensore presso Carlo Magno. contro i Tedeschi Rolando stesso, esprimendosi così l'odio tradizionale tra i due popoli (3).
   Nè basta ancora. Altri codici veneziani contengono altri poemi, dal più al meno, tutti appartenenti a quel movimento letterario franco-italico del secolo XIII di cui andiamo parlando. I Codd. IV e VI hanno due poemi dell'Aspremont (4), che conservano traccia di mano italiana, sia dessa di un copista, come dice il Littré, o di un rifacitore (5). Lo stesso dicasi del poema di Roncisvalle (6), del Gui de Nanteuil
   (1) La Prise de Pampelune fu pubblicata dal prof. Mussafìa (Altfranzòsische Gedichte aus Yenezian. Handschr.) con la dottrina e la cura che distinguono il dotto professore di Vienna. Ali studia nella prefazione la lingua di questo poema, e viene a questa conclusione; « Die sprachlichen Eigenthiimlichkeiten , welche dieser Texte darbietet, sind so consequent durchgefuhrt und stehen mit dem streng bewahrten Metrum so sehr im Eink-lange, dass sie niclit von einem Abschreiber oder Ueberarbeiter herriiliren konnen; die Dichtung liegt uns vielmehr in ihrer urspriinglichen Fassung vor. Ihre Heimat ist im Siiden, und zwar vorzugsweise in Italien zu suchen, wo sowol die provencalische als die nord franzòsische Poesie viele und eifrige Pfleger zàhlte » (pag. XIV).
   (2) Cf. Mussatia, Einleitung, VI.
   (3) G. Paris, op. cit., 177.
   (4) Li fece conoscere Bekker, in Abhandlungen der K. Akademie der Wissenschaften zu Berlin, Ì839.
   (5) Hist. Litter. de la France, XXII, 318.— A Parigi si conservano due Mss. dell'Aspromonte en mauvais frangais d'Italie (Hist. Litter., XXII, 303), i quali sono il 1598 e il 7618. In fine di quest'ultimo si legge il nome di Ioannes de Bononia. Ne parla Guessard nella prefazione al Macaire, e Gautier, II, 64. Della popolarità dell' Aspromonte in Italia sono prova, oltre i tre ultimi libri dei Reali di Francia scoperti da lianke (Abhandl. d. h. Akad. d. Wissensch. zu Berlin, 1835) , le molte edizioni del secolo XV e XVI (Cf. Melzi, Rom. Cavali.). — Noi, sia per questa ragione, sia per l'esame de' Mss. marciani, sia per le cose stesse dette da Guessard, non crediamo che tutto si limiti al solito agli spropositi di un copista, fatti per rendere intelligibile la lingua francese al pubblico italiano. — II Cod. VI dell'Aspromonte contiene anche una Storia della Passione di cui ecco alcuni versi:
   Apres la passe, quand Yesus dure paine Doul e travaille sol por la iens humaine Por nos garir da li diables maine Li voir Jesus ses disciples amaine Dedens uns ort, dont la fior fu saine; Che bien savoit e chonuit por certaine Che ensir i convint de ceste vie terraine.
   Essa si cominciò a pubblicare dal signor A. Boucherie, nella Revue des Langues Romanes, di Montpellier, genn. e apr. 1870.
   (6) Cod. IV e VII. Cf. Bekker, op. cit. — Del Cod. Veneziano si valse Miiller, per la sua edizione della Chanson de Roland, ìiach der Oxforder Handschr. — Gottingen, 1863; e fu di recente pubblicato per intero da Hoffmann, in appendice agli Atti dell'Accademia di Monaco, Notiamo che anche il testo di Oxford è italianizzato. Più poi il Veneziano. Basti questa brevissima citazione del Cod. IV:
   Quand Rolland vid che la mort l'entroprant Ius de la testa sur li cors li desant. Desuz un pin est alee corant, Sur l'erbe verde si ce colce cassant. Desor lui se mist sa spea e l'olifant, Tornet son cef vers Espagna la grant Che, Carlo die es toute sa cant, Li gentils cans, qu'il seit mort combatant. Il bat soa colpe, si trait Deus à garant, Por ses peciec, ver Deus tend ses mant.