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Storia Letteraria d'Italia
I primi due secoli
Adolfo Bartoli
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 552

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a cura di Federico Adamoli

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   FATTI CHE APPARECCHI ARON'0 LE PRIME MANIFESTAZIONI, ECC. 93
   fece venire di Francia cantores et joeulalores, ut de ilio canerent in plateis (l); nel XIII secolo i re scrivevano i loro proclami in francese; in francese si insegnava nelle scuole e si scrivevano ballate per il popolo (2); ed autori inglesi preferivano questa alla loro lingua, come Mandeville e Gower (3), o traducevano dal francese, come l'autore del poema Thesaurus pubblicato da Hick.es, il cui originale è in Bar-bazan (4). Più tardi non mancarono poemi imitati dalle Chansons de Geste; e si ebbe pure un romanzo dove le due lingue si mescolarono insieme (5).
   HAnche in Germania si usò la lingua d'olì: un vescovo tedesco nel 995 pronunziò .n francese il discorso di apertura di un concilio tedesco; di un ambasciatore dell'imperatore d'Alemagna è detto che sapeva parlare in thiois e in normant, e di quattri tedeschi di Metz che seurent biens romans (0). Son noti i versi del poema Berte aus grans piés,
   Tout droit a celui temps que je ci vous devis Avoit ime coustume ens el Tyois pais, Que tout li grant seigneur, li conte et li marchis, Avoient entour aus gent francoise tous dis, Pour aprendre francois leurs filles et leurs flls.
   Di Brunone, arcivescovo di Treves nel 1101, si legge che era Gallicano cothurno xereitatus (7). In poemi tedeschi si trovano interi versi francesi, e molte parole appartenenti a questa lingua (8). A Costantinopoli la introdussero i crociati del 1202, ì vi si mantenne per tutto il secolo; francese si parlò ad Atene (9); ed in Morea, lice Muntaner (10), parlaven axi beli frances com dins in Paris (11).
   Che dire dell'Italia1? Già un'antica testimonianza ne narra che la Contessa Ma-ilde parlava la francigena loquela (12); ed altri, che nel secolo XII si parlava fran-ese alla corte di Napoli ed in Sicilia ; ed ai primi del XIII nel Veronese e nel Tre-isano. Alcuno potrebbe supporre che quello stesso Ioculatorem ex Longobardorum lente, che nel 774 cantò alla presenza di Carlo Magno cantiunculam a sè comportarli (13), adoperasse una lingua che, se non era ancora francese, ad essa doveva nolto accostarsi. Certo noi sappiamo che già da tempi antichi sul teatro di Milano cantavano 1§ storie di Rolando e di Oliviero (14); e se nel 1288 un decreto del Comune di Bologna ordinava che Cantatores Francigenorum in plateis Communis
   (!) Cf. Du Cunge, Gloss., a Ioculator.
   (2) Cf. Du Meril, op. cit., 318, 319, n. 1, 2,3, 4; e Du Meril, Form, de la Langue Frane.. >6, n. 3-
   (3) Warton, II, 355; De La Rue, III, SG8; pr. Du Meril, P. S., 319, n. 5.
   (4) Du Meril, op. cit. 319, n. 5. — Cf. anche Eist. Litter. de la France, XXIV, 499
   (5) Cf. Gautier, Les Epop. Frane., I, 436.
   (6) Du Meril, P. S., 320, 321.
   (7) Yvonis Epistolae ; pr. Du Meril, P. S., 321. (S) Du Morii, P. S., 322, n. 1.
   (9) Eist. Litter. de la France, XVI, 159; XXIV, 528-29.
   (10) Chronica, pag. 468.
   (11) Donizone, in Muratori, R. I. S , V, 365.
   (12) Vedi lo scritto di Le Clerc, De la Litterat. Frane, en Europe, nella Eist. Litter. le la France, XXXIV, 496-602-
   (13) ChrAi. Novales., V, 10, in Rerum Italie. Script. II.
   (14) .... « super quo histriones cantabant, sicut modo cantantur de Rolando et Oli-drìo. F.nito cantu, bufoni et mimi in citharis pulsabant, et decenti motu corporis se cir-umvolvebant. » Muratori, Antiq. Ital., Diss. XXX, pag. 351.