J()8 CAPITOLO SECONDO.
elio i primi canti italiani, parvero (piasi provenzali (1). Non c'è paese dell'Alta Italia che non serbi traccia di un qualche trovatore, il quale colla sua presenza basta ad attestarci che i suoi versi erano compresi e graditi. Non c' è paese dove, in qualche modo, non apparisca un segno di quello spirito cavalleresco di cui il canto occitanico era il prodotto.
§ III.
la lingua e la poesia prancese in italia.
Ma non il canto occitanico solo facevasi udire nelle terre settentrionali d'Italia.
La Francia possedeva un'altra lingua, che aveva già una letteratura ricchissima nel secolo XIII, e che andò spargendosi in tutta l'Europa. Rimangono di questo fatto testimonianze abbondanti. In Inghilterra fino dai tempi di Eduardo il confessore (1041) sembra che i magnati parlassero francese: « gallicum idioma omnes mognates in suis curiis tanquam magnum gentilitium loqui; » e che nella stessa lingua si predicasse al popolo (2). Era anzi ritenuto quasi come idiota colui che la ignorasse (3), tanto che per questa ragione, nel 1078, fu cacciato un vescovo dalla sua sede (4). Sotto i Plantageneti divenne come la lingua nazionale; di Riccardo I è detto che
(1) L'uso del provenzale in Italia durò anche in tempi molto bassi. Lodovico Lascaris dei conti di Ventimiglia, che morì dopo il 1379, scrisse in rime provenzali Las Miserias d'aquest monde e La Paurillia. Prova evidente di quanto fosse amata e coltivata la poesia occitanica tra noi, si rileva anche dal numero e dalla importanza dei Codici di rime provenzali delle nostre Biblioteche. Essi sono stati descritti dal Dott. Gruzmacber, n'M'/lwi?', fur das Studium der neueren Sprachen di Herrig:
Cod. Vaticano 3205........XXXV, 84.
» Vaticano 3206 .......XXXIV, 418
» Vaticano 3207 .......XXXIV, 385
» Vaticano 3208 .......XXXIV, 368
» Vaticano 5232 .......XXXIV, 141
Chigiano 2348 .......XXXIII, 425
» Laurenziano XLI, 42 . . . XXXIII, 299
» Laurenziano XLI, 43 . . . XXXV, 363
» Laurenziano XC, 26. . . . XXXIII, 407
» Riccardiano 2814.....XXXIII, 427
» Riccardiano 2909 .....XXXIII, 412
» Ambrosiano 71.......XXXII, 389
» Marciano XI........XXXVI, 379.
I due Codd. Laurenziano XLI, 43; e Marciano furono pubblicati integralmente. Il Codice Estense fu descritto dal Prof. Mussalia, negli Atti dell'Accad. di Vienna, 55, an. 1867.
(2) Ingulf, Croyland. Abbat. Eistoria, pr. Du Meril, Eist. Poés. Scarni., 318, n. 3.
(3) Matteo Paris, all'anno 1095: « Quasi homo idiota esset, qui linguam gallicani non noverat ...». — Du^Ieril, op. cit., 319, n. 2.
(4) Mabillon, Acta Sanctorum Ordinis S. Benedicti, IX, 838.