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Storia Letteraria d'Italia
I primi due secoli
Adolfo Bartoli
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 552

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a cura di Federico Adamoli

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   FATTI CHE APPARECCHI ARON'0 LE PRIME MANIFESTAZIONI, ECC. 91
   abbandonata Tolosa, venne in Italia, imprecando a Milano che si opponeva nel 1220 a Federigo (l);ed Appresso scagliando quell'altra serventese terribile contro Roma, che avrebbe meritato, in molte occasioni, di diventare il canto nazionale degli italiani, e che comincia (2) :
   No m inerivi Ih ges, Roma, si la gens erra,
   Qu' el segl' avetz mes En treballi et en guerra,
   Car pretz e merces Mor per vos e sosterrà : Roma enganairitz.....
   Cantò poi in onore di Federigo II (1229-1230), godendo,
   Car mot he s'es venjat de la falsa clersia E del papa miels que son avi non fes (3);
   e dipingendolo sotto l'allegoria di un medico famoso uscito dalla scuola di Salerno per guarire i mali d'Italia e dell'Impero (4).
   A Federigo correva pure Rambaud de Beaujeu (5), Bertrand d' Allamanon (6), e Augier de Vienne (7); e chi sa quanti altri ancora il cui nome non è giunto fino a noi.
   Così tutta l'Italia risuonò per un secolo della poesia occitanica, la quale imponeva, come dice il signor Meyer (8), la propria lingua ai poeti dei paesi dov'essa stabilivasi: così trovatori della Provenza e trovatori italiani, si mescolarono insieme nelle nostre corti, cantarono le nostre donne, i fatti della nostra storia, le imprese de' nostri principi; accorsero coi giullari ai tornei e alle feste (9); vissero in mezzo al popolo, ne ritrassero le passioni religiose-, politiche ed amorose, lo abituarono a nuovi suoni, a nuove armonie; e lasciarono tra noi impressioni tanto profonde,
   (1) la de far un non sirventes
   No quier autre ensenhador . . .
   Raynouard, Choix, IV, 202.
   (2) Raynouard, Choix, IV, 309. — Potremmo citare molte altre poesie di trovatori flerissiiiie contro i preti di Roma, e che mostrano quant'odio lasciasse dietro di sè la infame Crociata. Basti qui ricordare quelle di Bertrand Carbonel (Raynouard, Choix, IV, 282, 284, 285), e specialmente que' versi » Tans ricx clergues vei trasgitar » e « Ai! fals clerguc, messongier, traidor »; e quelle di Pierre Cardinal: «Los cardenals ondratz » ecc. (Rayn., Leo; Rom., I, 465).
   (3) Hist. Litter., XVIII, 658.
   (4) Cf. Fauriel, Dante ecc., I, 266.
   (5) Raynouard, Choix, V, 400-401.
   h) Hist. Litter., XIX, 466.
   (7) Fauriel (Dante et les orig., I, 257) e Raynouard dicono che Augier de Vienne fu in Italia ai tempi di Federigo Barbarossa. Quest'errore è stato corretto dal Cavedoni, Ricerche storiche, pag. 16, nota.
   (8) Les demiers Trouòad. de la Provence, nella Biblioth. de l'École des Chart., VI, 3.
   (9) .... « joculatoribus qui de Lombardia, Provincia, Tuscia ad ipsam curiam con-Veneraut » Muratori, Antiq., II.