Stai consultando: 'Storia Letteraria d'Italia I primi due secoli', Adolfo Bartoli

   

Pagina (78/555)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (78/555)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia Letteraria d'Italia
I primi due secoli
Adolfo Bartoli
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 552

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   J()8 CAPITOLO SECONDO.
   Ma erano forse soli questi non molti italiani, da noi ricordati, che facessero risuonare le nostre terre dei loro canti provenzali, che prendessero parte alle vicende della nostra storia, che si aggirassero per le nostre corti a farvi sentire la gaja canzone d'amore o la fiera sirventese? No, ed anzi già prima di essi molti trovatori erano discesi in Italia, quivi fermandosi come in patria lor propria. Fu già notato essere, state antichissime le relazioni tra la Gallia meridionale e l'Italia, cresciute poi a misura che i due paesi andavano sciogliendosi dai legami del feudalismo (1). Trattati di commercio e di alleanza strinsero Marsiglia, Arles, Montpellier, Narbona, con Gaeta, con Genova, con Pisa; spedizioni di guerra si fecero in comune dai due popoli; nella Gallia si operò quella stessa rivoluzione municipale che aveva dato all'Italia il governo dei Comuni (2). I)i tal guisa le relazioni tra i due paesi si afforzarono, si resero più intime e più continue: e come l'Italia diede alla Occitania le sue istituzioni politiche, cosi questa in ricambio ci mandò la sua poesia e colla poesia un soffio della sua elegante civiltà.
   Già fino dalla metà del secolo XII si ha memoria di trovatori discesi in Italia. Bernardo di Ventadour pare che seguisse il Barbarossa tra noi (3). Certo egli visitò le nostre terre, e forse, oltre i campi di Federigo e la corte di Ferrara, volle vedere anche i luoghi dove erasi rifugiato dalle tentazioni del mondo il suo antico signo 'e. il geloso marito della donna amata da lui, che lo aveva cacciato dal suo castell., Ebles III di Ventadour, morto a Monte Cassino nel 1170. Che Bernardo lascile dj sè gran fama in Italia non è a dubitare, dopo quello che ne dice il grammatico Buoncompagno, nel suo libro De arte dictaminis (4). E quanto al Barbarossa, sembra ch'egli molto si dilettasse de'canti de' trovatori ; ed è noto quello che narrasi della corte tenuta da lui a Torino nel 1162, quando pretendeva come supremo signore disporre della contea di Provenza (5).
   Fra le più potenti famiglie feudali d'Italia fu quella dei Marchesi di Monferrato discendenti da un Aleramo, figliuolo di un Conte Guglielmo, venuto, diedi, di Francia
   (1) Cf. Fauriel, Dante et les origines, etc., I, 252.
   (3) Les'empereurs d'Allemagne , scrive il Fauriel (op. cit., I, 254), furent pour amai dire, les intermediaifis des relations qui s'ctablirent au XII siècle entre la noblesse fidale du midi de la France et celle de l'Italie.
   (4) Cf Fauriel, Dante et les origines, etc., I, 259-60.
   (5) « 11 y a lieu «le présumer que dès 1154, époque de sa première descente en Italie, Frédéric Barberousse entama des relations avec quelques seigneurs provencaux. Mais ce fut surtout huit ans aprés, en 1162. immédiatement après la prise et la destructiun de Milan, que cet empereur se crut en mesure de faire respecter ses volontà par les Provencaux Il tint a Turin une cour solennelle où il prétendit disposer en suzerain du comtj de Provcnce et des grands fiefs de ce comté. A cette cour assisterent, à ce qu' il parait, beaucoup de seigneurs des pays de la languc provengale], intéressés aux déc.siojs imperiala Or, ces seigneurs ne marchaient jamais seuls dans des occasions si solennelles : ls étaient toujours précédés ou accompagnés de poetes, de chanteurs de jongleurs: de tonti espéce, sans lesquels il n'y avait point de fètes pour eux. 11 y eut dono imlubitablemcnt avec eux à Turin, à cette cour de 1162, des hommes de toutes ces profejionsl et ce tut certainement là si non la première, du moins une des premières occasions qu eut empereur Frédéric I d'entendre les troubadours provencaux, et qu eurent ceux-ci de s attàcher à un empereur d'Allemagne, de le suivre en Italie, de campement ci campenient, ou de ville en ville, et de se faire ainsi connaitre des nobles italiens, compagnons et pattina de ces empereurs. » Fauriel, Dante et les origines, etc., I, 256.