56
CAPITOLO SECONDO.
§ II-
la poesia provenzale in italia.
Dalle terre ridenti della bella Sicilia passiamo adunque tra gli erti monti di Lunigiana. Quivi, poco dopo la metà del dodicesimo secolo, nasceva Alberto Malaspina figliuolo di quell'Obizzo che difese Tortona contro le armi del Barbarossa, antenato di quel Corrado, a cui Dante diceva nel Purgatorio (Vili, 124) :
La fama che la vostra casa onora, Grida i signori, e grida la contrada ; Si che ne sa chi non vi fu ancora,
e di quel Guglielmo che fu celebrato nei versi di Airneric de Peguilain, il quale aiiò la moglie di lui, la bona comtessa Reatrix (1). Alberto, non solo ricevè alla sua corte i trovatori; non solo fu valenz hom e larcs e cortes et enseipnatz; ma egli stesso saub ben far coblas e sirventes e cansons (2). Ricco di possedimenti in Lunigiana, nel contado di Tortona e nella Marca superiore di Genova, marito di una sorella di Bonifacio II di Monferrato (3), e forse a lui compagno nella Crociata Bizantina (4), il nostro Alberto conduceva la vita fortunosa di barone, quasi sempre
(1) Cf. Hist. litter. de la France, XVIII, 690, 692.
(2) Raynouard, Choix, V, 15.
(3) Non è ben certo chi fosse questa moglie di Alberto. Alcuni la chiamano Agnese, altri Beatrice, e se Beatrice, non potrebbe essere che la vedova di Messer Errico del Carretto. Contro la poca probabilità di questa opinione, messa fuori dall'abate Gerini, cf. Galvani, Raccolta di alcuni monumenti storici e lefterarj per servire alla vita del marchese Alberto Malaspina, Trovatore , nell' Annuario storico modenese , 1851 ; pag. 38-47 — Lodovico della Chiesa nella sua stona del Piemonte, registrando la genealogia dei signori di Monferrato, dice che Agnese fu consorte di Guido Guerra Conte di Casentino e poi di Alberto Marchese Malaspina.
(4) « Dopo quest'anno (1202) sino al 1210 non m'è accaduto d'incontrare memorie certe del Malaspina; per la qual cosa era io entrato (quasi condottovi ultroneamente dalla serie degli eventi e degli anni) nel dubbio, non mai il nostro Alberto avesse seguitato il proprio cognato Bonifacio II alla Crociata Bizantina, vi avesse corso con lui le gloriose dapprima e dappoi le sventurate vicende, che resero re di Tessalonica il marchese per farlo miseramente perire nel 1207 sotto Setalia: perchè poscia, ed al seguito di quel triste caso, esso Alberto fosse ritornato fra noi, e forse sull'armata di Guglielmo di Monferrato reduce in Italia. . . . Sarebbesi offerto così una spiegazione adeguata alla rinvenuta mancanza di documenti che lo riguardano, e si sarebbe aggiunto un'epoca gloriosa nella vita guerresca del Malaspina; ma a risolvere questi dubbi non hanno giovato nulla gli scarsi monumenti letterarii di cui poteva giovarmi, perchè ho dovuto lasciar qui pure ogni cosa nell'incertezza. Ben è vero che nella seconda Epistola storica diretta dal cava-lier Trovatore Rambaldo di Vaqueira al marchese Bonifacio, ed in cui siccome ancora nella prima e nella terza si contano i fortunevoli eventi corsi dal poeta e dal suo signore, si trovano queste parole:
Sapete voi, allorquando assalimmo Azaistrigò,
Che quattrocento cavallieri a tenzone
Vi incalzavano ferendo di speroni,
E voi con solo dieci compagni,
Tosto ritornaste, e li colpiste abbandonatamente,
Perchè vi temettero più che grù falcone ;
Ed io tornai al maggior uopo che vi fu,
Quaudo voi ed io levammo gentilmente dal sabbione
Ser Alberto marchese caduto giù dall'arcione:
nelle quali, anche per altri riscontri delle stesse epistole , essendo chiaro parlarvisi del Malaspina, si potrebbe supporre che quello strano nome Azaistrigò si dovesse cercare