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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO Vili.
   6LI SCRITTORI D' AGRlCOLTURi E ©'ARTE {VLlMpH.
   § 112. M; Porcio fiatono.
   Nella patria di Cincinnato lo studio di ciò che si riferisce all' agricoltura, all'apicultura, e a tutta l'economia rurale, attirò a sè le cure di uomini segnalati. Difatti l'opera più antica De re rustica è quella del vecchio Catone, che è anche la unica opera a noi giunta del fiero censore. Fu scritta con special riguardo a un determinato fondo, forse a quello di L. Manlio, che era tra Venafro e Cassino, e che constava specialmente di vigne ed uliveti, essendo affittato il resto; epperciò non si diffonde che sopra la cultura appunto della vite e dell'ulivo. Però tocca di molte aitre parti attinenti più o men direttamente all'economia rurale. Dà in forma rude ed aforìstica precètti e ricette, ed anche presevi i oni di carattere religioso e superstizioso; formule magiche, per esempio, per scongiurare questo o quell'altro.
   L'attuale forma dell'opera catoniana è da alcuni ritenuta abbastanza arcaica e genuina; altri non vi trovano un arcaismo sufficiente, e credono che la sia andata soggetta a posteriori rimaneggiamenti che l'abbiano di molto ammodernata. La questione non è tale da potersi risolvere in un modo riciso, giacché non abbiamo una così abbondante cogmz ine del latino arcaico da poter scoprire nell'opera catoniana assai forme e maniere da dichiarare fermamente anacronismi, ma d'altro lato, sapendo la sorte che tocca ai libri antichi, soprattutto prosastici, quando i posteri seguitano a trascriverli e adattarli al loro uso, senza avere una speciale intenzione di serbarne intatta la spoglia fonetica genuina, e trovando altresì nell'opera in questione molto minor numero di divergenze, che non ci aspetteremmo, dal latino posteriore , siamo inclinati ad accettare la seconda delle due accennate opinioni, se non altro entro certi confini.
   Bibliografìa. a) Codici.
   L'opera di Catone trovasi ne' più de' manoscritti assieme a quella d'identico tema di Varrone; e la più parte ili cotesti manoscritti rimontano a un codice fiorentino ora perduto (Cocleos Marcianus).
   b) Edizioni.
   Poche edizioni a parte vi sono dei De re rustica di Catone; la leidense, per esempio, del 1590, riprodotta il 1598, e -[nella di Hagnisch (Scbleitz 1753), quella tradotta ed annotata in tedesco da Gross (1787). E per le questioni critiche è da vedere la bella dissertazione di Keil, Observationes criticae in Catonis et Varronis ds re rustica libros (Halae 1819; 10). pagg. in-8°).
   Molte invece sono le edizioni complessive di tutte le opere agricolo romane. C'è la veneta del M12 (Caio, Varrò, Colwnella, Pallaaius), l'aldina del 1514, spesso ristampata,