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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   510U LIBRO SECONDO. — PARTE II — RACCONTO. I PROSAToRL
   anche alla tradizione empirica superstiziosa volgare e contadinesca, «....etiam ab agrestibus et plebeiis, die'egli, remedia fortuita atque simpticia, quae experimontis probaverant, didìci ». Pure un ricettario, e di epoca posteriore, sono i De re medica libri quinque di un C. Plinio Yaleriano, che non era medico, anzi s'erudì nella terapia per poter far a meno dei medici, che gli eran venuti a noia.
   Sotto il nome di Publio Vegezio Veterinario si ha un'opera di veterinaria, una Mulomedicina. Angelo Mai scoperse e pubblicò Dynamidiorum libri duo, relativi alla virtù curativa delle piante.
   Importante e diffusa fu in Roma la professione speciale di oculista, specialmente nell'età imperiale. Negli autori e nelle iscrizioni sono appunto citati certuni come medici ocularii di professione; oltreché recentemente furono scoperte certe marche speciali contenenti il nome di un oculista, il nome di un rimedio, e l'addi-tamento del suo uso, con le quali marche si imprimevano forse delle fiale contenenti collirii e cose simili, per certificarne la genuinità. Se ne son trovate al di là di centodieci.
   (1) Revue de philologie, Paris 1845; I, p. 220 segg,
   BIBLIOGRAFIA..
   Scribonio fu pubblicato a Parigi da Ruellì (1529) e da Rodi (eoa note e lessico, Padova 1655). Di Celio Aureliano furono pubblicate anche le singolo parti. Notiam l'edizione generale annotata di Amsterdam (1709, 1755), l'edizione di Parigi (1826) Cfr Dan. Guil. Triller not. mss. in C. Aur. cum viris doctis comm. C. G. Kuhn, Spec. 1-XIV, Lipsiaa 1817-27.
   Edizioni generali dei medici latini sono quella del Torino (Basilea 1528), di Aldo (1547): di Enrico Stefano(1527), del Rivino (Lipsia 1654), del De Haìlcr (Losanna 1784 sogg.).