538U LIBRO SECONDO. — PARTE II — RACCONTO. I PROSAToRL
In quest'opera medica Celso si mostra piuttosto eclettico; pure ei segue a preferenza Ippoorate, e, più, Asclepiade. La sua forma poi è pura e piana, cosicché ci deve parer giustificata la lode di nitore e d'eleganza che a Celso vediam dare dagli antichi, e non aliena del vero la nomèa ch'egli fini a procurarsi di Cicero medicorum.
C'è qualche indizio per credere che tutte le opere sin qui mentovate di Celso facessero un'enciclopedica collana, denominata Artes o Cesti, e cosi si spiegherebbe, per esempio, che molti manoscritf della Medicina portino l'intitolazione < Cornelii Gelsi (se Aulo o Aurelio ne fosse il prenome non è ben fermo) artium Ixb. VIitem medicinae I » (e i cinque libri anteriori sarebbero probabilmente quelli d' agronomia). Ma cotesto è ben lungi dall' esser cosa certa. Quello solo che si può con certezza asserire è che Celso, per l'estensione data alla sua attività letteraria, arieggia alquanto il vecchio Catone. Anzi, a giustificar mèglio cotesto paragono , non dovremo dimenticare che Celso scrisse anch'egli, come Catone, di cose militari, benché dell'opera che vi consacrò nulla si sappia (11).
(1) Colum. lib. I, 1, 14; III, 17, 4; IV. 8, 1; III, 1. 8; IV, 1, 1.
(2) Quint. Ili, 1, 21.
(3) Vedi PI. N. H. XIV, 2, 33.
(4) Quint. XII, 11. 24.
(5) Schol. ad Juv. VI, 245.
(6) Id. X, I, 124.
(7) Vedi Agost. De haeres. prol.
(8) « Non solum agricolationis sed aniversae naturae prudentem virum » Io dice Co-lumella (II, 2, 15). Cfr. Quintiliano XII. 11, 24.
(9) Colum. I, 1, 14.
(10) Colum. IX, 2, 1.
(11) Vedi Vegez. R. milit. I, 8. Cfr. Lydus, Do magistrat. I, 47; III, 33; 34.
Bibliografia.
a) Codici.
Numerosi sono i manoscritti della medicina celsiana. Ma, avondo tutti le stesse lacune su por giù, e le stesse glosse, rimontano a una fonto sola, oggi perduta. I più fondamentali sono il Vaticano ottavo del secolo X, e il mediceo primo del s. XII, e il Parigino 7023 dol secolo XI; gli altri sono del quattrocento e dol cinquecento.
b) Edizioni.
L'edizion principe è la fiorentina del 1478.'V'è l'aldina del 1528. Vi son parecchie edizioni olandesi, tra le quali eccelle quella curata da Th. J. ab Almeloveen (Amst. 1687} Leyd. 1746 ecc.). Notiamo altresì quella patavina del Volpi (1750, 2 voi.) quella di Krauso (Lipsiae 1766), quella Ex roceus. Targae, edit. alt. accurat. et Lex Celsi (Veronae 1810),, e la leidense di Ruhnken (1785. 2 voi., con la dissertaz. di Bianconi sopra l'età di Celso), la napoletana del rimpianto Salvatore de Renzi (1851), quella recensita da Darcmbarg (Lipsiae 1859). C'è la tiaduz. è commento tedesco di Scheller (Braunschweig 1846), e la traduzioni francese (col testo) di Des Étangs (Parigi 1860, 2,a ediz.).
§ 111. Scribonio Largo, Celio Aureliano ed altri.
Da Plinio il vecchio, la cui storia naturale, come a suo luogo s'ebbe a dire, è essa stessa in alcune parti un'opera medica, si trovano cuati parecchi medici romani giacché nei tempi che immediatamente succedettero ad Augusto, oltre a moltissimi