556U LIBRO SECONDO. — PARTE Ii — RACCONTO. I PROSAToRL
Junioris philosophi in quo continetur totius orbis descriptio, dei tempi di Costan-zio, figlio di Costantino il Grande, e una DemonstraHo provinciarum, clie si restringe a dare una lista di paesi e pi loro confini. Scipione Mafiei trasse da un codice veronese un indice delle provine ; romane, secondo uno schema dell'anno 297 di C., 51 quale indice pare facesse parte dì un manuale geografico delle scuole di Gallia, posteriore a Diocleziano. I u tardi ancora (forse de'tempi di Teodosio) e più monco è un indice intitolato LibeHus provinciarum romanarum.
Una classe di scritti importanti era pure quella dt Rcgiunarii, specie di guide della città <3 Roma, che davan conto di tutti i rioni di essa e di tutti i più importanti suoi edifici. Ne è giunto sino a noi qualche saggio, vogliam dire quei due indici delle cose di Roma ai tempi di Costantino, de'quali indici l'uno, intitolato Curiosum Urbis, trovasi già in codici dell'ottavo e nono secolo, e l'altro intitolato Notitia, è in grin parte un rimpasto del primo. E da entrambi essi furon cavati poi que due scritti, intitolati tutti e due De regionibus urbis Romae, dato l'uno come opera di Sesto Rufo, l'altro come d Publio^Vittore, ed in realtà roba di quattrocentisti.
Alla fine del quarto secolo o a più tarda età va ascritto quel Vibio Sequestre, della cui persona si sa, si può dire, niente, e di cui si ha un indice alfabetico, diretto a suo figlio Yirgiliano, De fiumininus, fontibus, lacubus, nemoribus, paludibus, montibus, gentibus, quorum apud poetas mentio fit.
Alla fine del settimo secolo, se non anche a più tardi, rimonta un'opera in cinque libri, intitolata Cosmographia o Geographia, di autore che si vede essere stato cristiano, e forse monaco, di Ravenna, ma di cui del rimanente s'ignora anche il nome, sicché lo si cita comunemente come VAnonymus Ravennas, o il Geographus R. La lingua di codest'opera è barbarica; la materia vi è ordinata non di rado assai alla grossa, le fonti che vi si citano sono molte, ma c versiasime di valore, benché accozzate senz'altro insieme.
(1) Vedi Capitolino in Massimin. jun. I (27).
Bibliografia.
L'opera di Pomponio Mela fu pubblicata la prima volta 'a Milano il 1471. Molte edizioni annotate ne fecero i due Gronovii. Lipsiense del i807 è l'edizione annotata in latino di Tzschucke. La più recente è quella annotata pur in latino da Parthey, Berlino 1867.
Degl'itinerarii notiamo l'edizione di Wesseling (Amsterdam 1735), e quella di Parthey e Pinder (Berlino 1818). Vedi Recueil des Itineraires anciens (Paris 1845).
Cosmographia Aetbicì Istri .... primum edid. Wuttke (Lipsia 1853, e daccapo l'anno dopo). Si veda lo scritto di C. A. F. Pertz, De Cosm. Eth. libri tres (Berolini 1853).
Di Vibio Sequestre si citerà l'edizione zurighese curata da Bursian (1867)
Del Geografo Ravennate si citerà l'edizione berlinese di Pinder e Parthey (1860). fi vedasi G. B. de Rossi, sopra il cosm. Ravenn. e i geogr. citati da lui, Roma 1852;eMomm-aen negli Atti dell'Accad. delle se. di Sassonia, 1851 (III) p. 80-117.