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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   554U LIBRO SECONDO. — PARTE II — RACCONTO. I PROSAToRL
   Pur contemporaneo di Trajano fu al certo Baldo, di cui resta piccola parte d un'opera dai titolo Ecrpositio et ratio omnium formarum, una specie di geometria a uso degli agrimensori, dedicata ad un Celso che aveva fatta non so quale invenzione circa uno strumento d'agrimensura, e pare fosse un ufficiale superiore del genio. Balbo è molto citato dai grondatici posteriori, ma non sappiamo se per l'opera di cui si sta. toccando. A Balbo son pure attribuiti in una postilla del codice arce-riano i libri coloniarum, di cui si han due riduzioni, che è come dire due epitomi, ben diverse di età e di valore. Ed al medesimo autore fu pure ascritto il libercolo De asse minuiisque eius poriiuneulis. Ma cotesto libercolo, sia esso intero o un epìtome, siccome menziona tra le parti dell'asse il tremissis, che fu coniato solo sotto Alessandro Severo, cosi va riportato non più in là che al terzo secolo.
   D'incerta età è invece, giacché non si può dar per sicuro se non ch'ei sia posteriore al principio del regno di Domiziano, lo scritto che porta il nome di Siculo Fiacco, intitolato De condicionibus agrorum.
   Del resto, citiamo Aggeno Urbi co, Giunto, Nipso, Innocenzio, e rinunziamo a dar conto addirittura di tutte le minime parti della Raccolta.
   (1) Vedi Hygini Grom. lib. d. mun. castr. Textum ex cod. constit. proleg. comment. adj.Lange, Gottingae, 1848.
   § 108. I matematici, e Firmico Materno.
   Durante l'impero vi furono a Roma molti matematici. nel senso di cultori dell'astrologia ; ed anche talun degl'imperatori, li videro assai di buon occhio. Adriano da un astrologo avea avuta la predizione che sarebbe stato assunto al trono ; ed era, del resto, un po'astrologo esso stesso, g'acchè ai dire di Ebo Sparziano, sno biografo (1), mathesin sic scire visus est, ut .... Kafendis Januariis scripserit, quid ei tota anno posset evenire. Un astrologo Trasibuto fu amico doll'imperatore Alessandro Severo, il quale anzi onorò e stipendiò cotesti così detti mathematici, come pubblici professori (2). Apollinare Sidonio cita (3) come illustri in tal professione un Sam-monico, un Giuliano Vertaco FuUonio, un Saturnino, e un Giulio Firmico, che altri non può essere 3e non quel Giulio Firmico Materno, a cui è ascritta l'unica opera astrologica che a noi sia pervenuta, cioè gii otto libri Matheseos. L'autore è, si suol dire, un siciliano^ e ciò si ricava da una sottoscriuone che si legge al termine del libro ottavo, la quale dice Julius Firmirus Maternus Junior Siculus v. c., e da alcune parole della dedica che l'autore fa dell'opera sua a un personaggio di nome Mavorzio Lolliano, le quali suonano « .... scrutatus a me es.... totius Siciliae quam incolo, sìtum et unde oriundus sum » (la situazione di questo et è un po' strana e ci fa sorgere qualche lieve dubbio circa la relazione che bisogni ammettere fra le parole che gli tengon dietro, e la voce Siciliae). Fece un po' l'avvocato, a quel che pare; e poi ritiratos nella tranquillità privata sci sse, al tempo di Costantino secondo, la sua opera. Della quale il libro primo è una difesa dell' astrologia dagli attacchi fattile, e gli altri sette trattano degl'influssi, degli oroscopi e roba simile. E tutta l'opera ha evidentemente un carattere pagano, una spiccata tendenza mistica e fatalistica e risente la reminiscenza del neoplatomsmo. Cosicché non si può proprio confondere l'autor di essa con quell'altro suo omonimo., autore d'uno scritto De errore profanarum religionurn, che era pratico però, cosa curiosa, anche lui molto della Sicilia, benché in tutto il resto sia proprio agli antipodi del primo.
   (1) Vedi cap. 16.
   (2) V. Lamprid. Vita Al. Sev. cap. 27, 44, 62.
   (3) Epist. a Oarm, XXII.
   Bibliografia.
   Dell'opera astrologica si hanno due manoscritti a Monaco, l'uno, incompleto, del secolo XI, l'altro, quasi integro, del principio del cinquecento. L'edizion principe, la quale al liDro