Stai consultando: 'Storia della Letteratura Romana ', Cesare Tamagni

   

Pagina (547/608)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (547/608)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   CAPITOLO VI. — .SCRITTORI DI MATEMATICA, DI ARCHITETTURA, ECC. &3s
   ve n'ha manoscritti più antichi che tale epoca, e mentre Plinio il vecchio cita Vi-truvio tra le sue'fonti, e come scrittore de architoctonica lo cita Servio (5).
   Un estratto, che ne' manoscritti porta il titolo De diversis fàbricis arcMtecto-nicae, fu fatto in età, sembra, abbastanza antica, e prende daYitruvio, con alterato ordine, ciò che concerne gli edific privati, e da altre fonti qualche altra cosa.
   (1) Vedi Maffei, Verona illustr. Ili, 2, pag. 44 segg.
   (2) Vedi Pref. al libro li.
   (3) Vedi lib. Vili, 5.
   (4) i, 1, 17.
   (b) Ad Aen. VI, 43.
   Bibliografia. a) Codici.
   I principali manoscritti sono YHarlejano e il Qudiano, I'ud del IX, l'altro dell'XI secolo; i quali peraltro a un solo archetipo pure in fondo rimontano,, L'estratto De diversis ecc. risulta da tre codici del secolo X.
   b) Edizioni.
   L'edizione principe è la romana del Sulpicio (tra il 1484 e il 1492). Notiamo quella Cum notis variorum e cum Lexico Vitruv. di Amsterdam (1619); quella latinamente annotata di Schreider (Lipsia 1807 -8, in tre volumi), quella cum notis var. di Strafico (Udine 1825-30, in quattro voi.), quella di Luigi Marini (Roma, 1836, in quattro voi.), e quella cri-linamente rivenuta di Rose e Miiller-Strubing (Lipsiae, Teubner, 1867).
   c) Traduzioni.
   Una traduzione italiana col tosto latino dette a Napoli (1758) il Galiani. Una traduzione die anche l'Orsini, in due volumi (Perugia 1802), e Viviani e Tuzzi ^Udine 1830). Una traduzione inglese fu data da un Newton (Londra 1771, segg., in due volumi con 47 tavole). L'ultimo de' traduttori tedeschi è il Iteber ^Stoccarda, nella collezione lloifraann, 180iseg.)
   § 105. Sèsto Giulio Frontino.
   Sebbene non di alta nascita, pure alle pia aite dignità dello stato giunse co' suoi meriti Sesto Giulio Frontino. Sarà forse stato un romano: non è però che se n'abbia alcuna prova o testimonianza. Parlano non di rado di lui Tacito e Marziale e Plinio il giovane. Fu pretore urbano l'anno 70 dopo Cristo, il che vuol dire che almeno verso il 40, e non più tardi, doveva eg esser nato. Fu console l'anno 74 sotto Domiziano; dopo, andò in Brettagna, e i si segnalò specialmente per la presa di Siluro (1). Partecipò anche alle guerre di Germania, precisamente a quella coi Catti. Fu poi console una seconda volta sotto Nerva, una terza, l'anno 100 d. C. sotto Trajano; e nel 97 era stato curatore delie acque. Fu altresì augure, e a morte sua ne occupò il posto Plinio. Della qual morte non si può con precisione determinare l'epoca, ma fu certo di poco posteriore al centesimo anno dell'èra nostra. È cosa notevole che Frontino proibì che gli sf erigesse alcun monumento. È una spesa inutile, egli diceva; se in vita ho fatto qualche cosa che proprio mette conto, sarò ricordatolo stesso senza ta.iti monumenti! E non avea poi tutti i torti; e il suo ragionamento, quantunque giusto da, un lato solo, dovrebbe servire di correttivo a questa smania odierna di eternare per forza, a furia di monumenti, quel che non è riuscito a eternarsi per virtù propria (2).
   Sotto Domiziano scrisse Frontino un'opera gromatica, ossia d'agrimensura (chè grama, o gruma era lo strumento con cui si faceano le misure de' campi), che comprendeva almeno due libri, ma di cui abbiamo solamente alcuni estratti in opere