CAPITOLO Y. — I FILOSOFI.
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S 102. Aurelio Agostino.
A) Vita.
Aurelio Agostino nacque in Africa, precisamente il 13 Novembre 354, a Tagaste, da Patrizio, uomo di passione, e da Monica, mite invece e pia donna. E di entrambi i genitori egli tenne, cumulando in sè le qualità più opposte. A Madaura, alla patria d'Apuleio, andò per gli studi letterari, e quind: a Cartagine, ove fu della setta de' Manichei, e menò vita dissoluta assai, e v'ebbe anzi un figlio, di nome Adeodato, Insegnò la rettorica a Tagaste e a Cartai ne, e poi a Roma. Mentr'egli quivi si trovava, al prefetto di Roma, che allora era Simmaco, fu chiesto da Milano un maestro di rettorica, e Agostino ottenne d'esserci mandato lui. A Milano, la madre sua che colà avevalo ragg into, e il vescovo S. Ambrog'o, riuscirono a convertire l'ardente uomo, il quale, preso il battesimo nella Pasqua del 387, sì gettò, con tutto l'ardore che gli era naturale, alla nuova fede. Nel 392 fu ordinato prete ad Ippona. (1) , e nel 395 vescovo. Quivi, il 28 Agosto del 430, morì, mentre che la città era tormentata da quell'assedio de' Vandali, al quale dovè infine la sua rovina.
Fu una singolarissima e ricca natura d'uomo. Fu capace dei sentimenti più diversi, delle più opposte tendenze ; e ad ogni sentimento o tendenza, si abbandonò sempre, e nella vita e negli scritti, con vivo fervore. Menò una gioventù dissipata, e ne fece poi pubblica ammenda con confessioni umili e piene di compunzione sincera. Ora soave, ora quasi violento ; or zelantemente sommesso al principio autoritario, ora ardito propugnatore d'idee sue e originali ; or fantastico e quasi romantico, or dialettico stringato da rasentar la scolas. ca; or grammatico minuto, ora appassionato oratore ; egli tocca ogni soggetto, in ogn maniera. E quel che più lo fa degno di nota e lo distingue dai padri orientali, gettav a, capofitto in inutili speculazioni teologiche e dommatiche, iu lui abbondò l'osservazione psicologica e l'anale perspicace ed accurata delle passioni e de sentimenti umani.
Fu poi scrittore fecondissimo, tanto che la feconi'ità sua andò in proverbio; ed ancor oggi, per indicare che altri abbia scritto moltissimo, usiam dire che egli abbia scritto quanto S. Agostino.
(1) Hippo Regius era chiamata, dell'esser residenza de're Numidi. « Antiquis dilectus reg.ibus Hippo » così la nomina Silio Italico (III, 259).
B) Opere.
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Delle molte sue opere, S. Agostino ci dà un elenco cronologico ne'due libri delle sue Retractationes, che egli compose sul finire della sua vita, con l'intento di rilevare in quelle egli stesso gli errori contro il domma, ne' quali era caduto.
All'epoca, in cui scriveva le Retractationes, nelle qua! non faceva menzione delle epistole e delle prediche, il grande uomo si trovava d'avere scritte novantatrè opere in duecentotrentatrè libri. Ignorava allora, utrum adhuc esset aliquot dicta-turus ; ma noi non ignoriamo che altre dopo ne dettò.
Aveva scritto verso il 380 in Cartagine, non sapeva più se due o tre libri De pulchro et apio, che avea poi perduti (Confess. IV; 13, 20; e 14, 21). Ma la prima opera che menziona nelle Retractationes è quella in tre libri, eontra aeademicos vel de academicis ; ove si vede chiaro l'influsso dell'opera analoga di Cicerone — Contemporaneo, per la composizione era stato l'unico libro De vita beata, i due De ordine, e l'opera, rimasta imperfetta, dei Soliloquio. Dopo scrisse De immorta-liiate animce, un sol libro, del quale però confessa egli stesso d' averlo fatto cosi stringato da non poterci cap r niente. A Milano prese a scrivere i libri Discipli-narum, a umazione di Varrone, concernenti, le sette arti famose ; ma lì non riuscì