CAPITOLO Y. — I FILOSOFI.
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già finiti i due primi libri ed era a farne il terzo, nel Novembre successi vo, come apparisce da sue lettore ad Attico (29), Con officium Cicerone voleva rendere il zò idov dell'etica greca, il che ad Attico non finiva d piacere.
Il principal fonie per l'opera sua l'ebbe Cicerone in quella xepì x&.Qv.
Per il lato speculativo dell'etica niente può dirsi ci sia d'originale nell' opera di Cicerone. Bensì, ed in questo si scorge subito e lo statista e l'oratore, tende egli -ad indirizzare le attitudini morali alla vita politica, e, quando ha esempi da addurre a conforto delle dottrine etiche, li attinge dall'ambiente civile e politico che lo circonda, onde spesso dalle sue parole traluce un non so che.di passionato; e mitiga di molto il rigore dello stoicismo. Ben lo dice egJi stesso sin dal principio:
« sequimur......potissimum Sto.^os, non ut interpretes, sed, ut solemus, e fontibus
eorum iudicio arbitrioque nostro quantum quoque modo videbitur hauriemus (31)». Del resto v'è pochissimo ordine sistematico, troppo poco; e la forma mostra tracce evidenti della fretta con cui il libro fu messo assieme (32).
Si trova iu alcuni fatto cenno di uno scritto di Cicerone De viriutibus, marnai potrebbesi definire in che relazione stia con l'opera De officiis.
Cosi pure, non ci restano che i titoli e poveri frammenti, e non c' è modo di determinare la data della composizione, di alcuni altri opuscoli Ciceroniani ; come, ad esempio, della traduzione sua dell'Economico di Senofonte, in tre libri; della tra-» duzione del Protagora di Platone, e del De auguriis.
(1) Ad Att. XVI.
(2) Roma, 1822. — Si noti la edizione di F. Osann, Gottinga 1847, Tradusse in francese la Republica il Villemain (1858), e il Fouillée (1868), Si notino anche gli studi sopra i libri della 'Rep. per Raffaello Marchesi, Prato 1853. Nelle edizioni ciceroniane dell'Orelli e di altri trovasi naturalmente la Republica. Il Sogno di Scipione è stato tradotto in greco, chi dice da Teodoro Gaza, chi, e forse meglio, da Massimo Planude.
(3) Satura. VI, 4, 8.
(4) I mo.noscritti dell'opera rimontano a una sola fonte per noi perduta, e di cui le derivazioni più pure sono il Vossiano 84 e l'86 (di Leida del X e XI secolo), ai quali si unisce un altro leidese del secolo XII. Tra lo edizioni son notevoli quella di Davis (Cambridge 1727, 1745; di Bake (Leyden 1342), di Feldhugel (Zeiz, 1852), di Vahlen (Berlin, 1871),
(5) I Paradoxa, oltreché con le opere tutte di Cicerone, o insieme particolarmente agli Officn, furono talora pubblicati a parto. Notiamo l'edizione di Botgers (Lugd. Bat. 1826), e quella di Moser (Gotting. 18461. Furono tradotti in greco i primi quattro da Turnebo, e tutti e sti, col primo capitolo T)<ì officiis, da Petavio. Vedi: A'.owa-tov zov U-zafìiov nipipy». azze., zouzszzi t&. zov Kiy.ip<ù\>oS aflmxSó^aìv scset zùv avzoii zcvmv izzputv pi.ezxf oa.tri? , Parigi i65ci. Cfr. il lavoro di Hess (Ciceronis Cato, Somn. Se., Lael., Pnrad. Ex gra?c. interpret Th; Gazse, Pian., Petavii, Turnebi. Accedit Rhet, ad Her. III, 16-24, graec, interpret. Ad fidem codd. ree. et annotat. Halae 1832); e Cic. Parad graece versa et explicata ab Joann. Morisoto, ed. Wensch. (Halae 1811).
(6) V. Cic. ad Att. XII, 14, 20, 28; Tusc. IV, 29; De Divin. II, 1; Lactant. Inst. div. 1, 15, § 9; Plìn. N. H. Praef.
Tama