capitolo v. — i poeti lirici ed elegiaci. 441
samente determinate. Dopo il Sangermanese i mss. più attendibili sono il Colbertino (s. XV) il Santeniano o Laurenzia.no (s. XVJ, il Datano (a. J.463) interpostissime e l'Hamburghese zeppo di errori ci scrittura.
Edizioni.
Perlopiù fu unito a Tibullo e Properzio Ediz. principe Venezia 1472; col comm. del Alureto (Venezia i554); col comm.. di Achille Stazio (Ven. 1566); colla recensione di Gius. Scaligero (Parigi 1577), col comm. di (sacco Vossio (Londra, 1684); col comm. di G. A. Vulpio (Padova 1737); col comm. di Doring (Lipsia, 1733. P92) ; colla recensione di Lachmann (Berlino 1829 e daccapo 1861); edizione rivista da Rossbach (Teubner, 1854 e daccapo 1860j; da Schwabe (Gissae 18G6), e da Ellie (Londra 1837); da L. Muller (Teubner, 1870).
Traduzioni
tedesche di Schwenck (Francoforte 1829,1846), di Heyse, di Hertzberg e Teuffel, di Stromberg, di Pr3ssel, di R Westfall; e circa lo traduzioni italiane vedi Paitoni 1,202-205; Argelati I, 200-203 e Federici, p. 43-47.
Scritti varii.
Sopra Catullo noteremo: Pfeiffer, Symbolae Catullianae, Gottingao 1834. ~ Haupt, Quaest. CatuU. Lipsiae 1837; Observat. cnticae, Lipsie 1841; De nonnullis Catulli carmmibus, Be» colini 1857 , Catullus qua art.3 poetas expresserit Alexandr'ncs, Berolini 1855 — Hand Observat. criticae, lenae 1818. — Quaest CatuU. ibid. 1849. — Ritschl, De epithalamii Pelei versibus nonDuliis, Bonn?,e 1857. — Klotz, Emendat. Catull., Lipsiae 1859. — Pohl, Lectionum Catull. Specimen Miinster 1860, e Sigmaringen 1866. — Francke, De artificiosa carni. Cat. compositione, Greifswald 1866. — Bóhme, Quaest Catull. Bonnae 1862. — Bergli, Emendat. Catull. Haller 1861. — Schwabe, Conject. Catull. Dorpat 1864, e Quaest. Catull., Gissae 1852.
— De metris Catulli nell'ediz. di L. Miiller (pag. LIX-LXXVIII).
Si sbizzarrì con un'illustrazione e volgarizzamento delia « Chonia li Berenice » il Foscolo. Milano, 1803. — Monti, Del cavallo alato di Arsinoe (v. 51 sgg, della « Chioma ecc.). Milano, 1804. — Zannoni, Sopra tre passi di Catullo (Atti della Crusca, Firenze 1819,1,265).
— Orioli, Epistolae in C. V. Catullum, Bononiae 1822. — Vannucci, negli studi sulla leti lat., 3.a ediz. 1871, pag. 150-174.
§ 50. Q. Orazio Fiacco.
Pruno de, lirici romani è tenuto Orazio. Di fresco tornato dal!a Grecia scrisse, sul fare d'Archiloco, i giambi, che hanno ora il nome di epodi; il quai titolo nulla ci autorizza a ù-re che rimonti all' autore stesso. Epodo accenna all' unione di un verso più bre7e ad uno più lungo ;.n disposizione di distico, e, come distico si applicò specificamente alla strofe binaria di netro elegiaco, così epodo si applicò alle strofi 1 aarie di qualsivoglia altro metro, principalmente all'unione strofica di un trimetro giambico con un giambico dimetro. Della quale struttura sono appunto i guarnì oraziani (meno il componimento che porta il numero 17), clie perciò lian finito per assumere anche quel nome di epodi.
Carmina, che riproduceva precisamente il grecò w&xì (1), han nome le poesie schiettamente mei ;he cbe Orazio in età più matura prese a comporre, e cbe egli stesse insistentemente dichiara aver composte secondo la maniera eolia o iesbiaca(2). Sono esse disposte in quattro libri, oltre un Carmen saeculare. Secondo un dato della -.< Vita Horat'.i » e secondo le convinzioni de' più dei moderni critici, i primi tre libri, per quanto i singoli ccmponinieut. comprèsivi possano esser nati in diverse c. rcostanze, formano un complesso notevolmente uniforme e compatto, e solo un certo tempo dopo la pubblicazione di esso vi si venne ad aggiungere poi un quarto libro.
Tamac-ni e D'Ovidio. Letteratura Romana,
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