Stai consultando: 'Storia della Letteratura Romana ', Cesare Tamagni

   

Pagina (454/608)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (454/608)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   438 libro secondo. —¦ parte i. — i poeti.
   simo poeta sono da attribuire due frammenti ctie abbiamo d'una poesia de aucupio,
   sebbene di ciò prova veramente non s'abi'ano (11).
   (1) Mart. 1, 83, 6 sgg.
   (2) Vers. 1971
   (3) Y. 51 seg.
   (4) V. 279-83.
   (5) Cfr. Teuffel, § 299, 1-3.
   (6) Sarà bene rammentare che di lui è quel famoso emistichio, tanto proverbiale e tanto volentieri attribuito ad altri, che è ; « habent sua fata libelli. » Il testo di T. riposa (per essersi perduti dappoi i mss. compiuti di esso) sull'edizione principe milanese del 1497, intitolata « Terent. de litt. syllahis et metris Horatii. » Notevoli edizioni recenti sono quelle di Utrecht 1825 (comentata da L. Santen), di Berlino 1836 (con recensione di Lacn-mann), di Oxford 1855 (per Th, Gaisford, nella seconda edizione di Efestione ecc.).
   (7) Teuffel, § 370, 5.
   (8) 30, 2
   (9) Dei mss. abbiamo, il zurighese del s, IX e X, quel di Paderborn del s„ XIII, uno di Breslavia e uno lipsicnse L'edizione principe è milanese, o secondo altri romana, anteriore al 1484. — Notevoli l'ediz. di Keuchen Amsterdam 16G2, 1706; di Ackermann (Lipsia 1786). Spesso il poemetto è unito al Celso, ovvero è in raccolte complessive, come nei « Poetae minoreo » dei Burmanno ecc.
   (10) Vopisco, Cd.ro, 11, 2.
   (11) Per le edizioni di Nemesiano vedi più sopra, a § 44, a proposito del Fasti di Ovidio; e a § 45, a proposito di Falisco.
   § 48. Palladio, Avieno, Catone.
   Nel quar to secolo troviamo Palladio Rutilio Tauro Emiliano, il quaie in un'opera prosastica sull'agricoltura, di 14 libri, nel libro quattordicesimo tratta poi de insitione, vale a dire sull'innesto, in metro elegiaco, d'un modo che nulla ha di notevole,
   Assai più importante è Rufio Festo Avieno, proconsole d'Africa (dall'a. 366 d. C.) e d'Acaja (a. 372 d. C.). Tradusse anch'egli i Fenomeni d'Arato, cercando di superare gli antecessori C ;erone e Germanico con un colorito assai rettorico. Fece una « descriptio orbis terrae », in 1394 esametri, ad imitazione della Ejxn'J^J di Dionisio, che però non v'è nominato. Fece una descrizione in trimetri giambi* , d cui 703 ci restano ancora, della costa mediterranea orientale ed occidentale d'Europa; ed anche del mar Nero e del Caspio, di che nulla però ci resta. Ci è ì Avieno una certa purezza di forma, imitata dai classici, specie da Virgilio. Vi è però un fare rettorico e una grand'esuberanza di erudizione.
   Ebbero grande diffusione nel medio evo, da essere allora tradotti in moli dei prischi volgari europei e parafrasati variamente in latino istesso, i così detti « Ca-tonis d.jGicha de moribus ad filium », specie di catechismo morale. Il nome di Catone serve, a così dire, d'insegàia; chè certo nè al prisco nè al minore Catone si può avere la menoma idea di riferirli. La poesia de moribus di M. Catone, citata da Gellio (N. A. XI, 2) ha tutt'altro contenuto. I precetti della vita in que' distici racchius sono tolti agli antichi scr ;tori, talora rammentano perfino il vecchio testamento, nulla però ricl' amano di specificamente cristiano, senza d'altronde connere mai nulla di anticristiano. Da parecchi indizi pare che quei distici sieno poste-riosi a Luciano, ed anteriori ai tempi di Valentiniano; e son forse opera d'un cristiano. Sebbene il Kannegieter abbia tentato di provare come l autore fosse un pagano, di nome « Calo Dionysius», anteriore a Costantino. Troppo sono stati fortunati quei distici, e quindi troppo, come suole, sono stati dopo deprezzata (1).
   (1) Edizioni: Catonis Magni Ethica comment. isti-uct. a Ph. de Bergamo August. 1475. Cfr. Zarncke, der Deutsche Cato, Leipzig 1852.