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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   capitolo v. — i poeti lirici ed elegiaci. 437
   gnesedel 1474; quella col commento di Gius. Scaligero (Parigi 1579) ; di Bentley (Londra 1739); e di Jacob (Berlino 1846).
   (15) Epist. 79, § 5.
   (16; ibidem.
   (17) Ibid. § 7.
   (18) 1 codici Ù.&W Aetna sono lacunosi. Il più completo è quello di Cambridge del sec. X. Ottima fonte è il codice fiorentino, ormai sparito. Le prime edizioni sono annesse a Virgilio (Venezia, 1472, 1482). Poi quella annotata dal Gorallo (Amsterdam 1703,1715); quella con traduz. tedesca di Meinecke (Quedlinburg, 1818); quella recensita da Fed. Jacob (Lipsia 1826); e sopra tutte quella di Munro Cambridge 1867).
   § 47, Terenzi&ne Ma-aro, Sereno Sammonico, M. Aurelio Olimpio Nemesiano.
   Terenziano Mauro è stato da alcuni identificato con quel Terenziano, d cui Marziale dice « qui nunc niliacam regit Syenen » (1), e che perciò sarebbe vissuto sotto Nerva e Trajano; ma ora è generalmente adottata l'opinione del Lachmann, che fa r montare il poema di lui non più in là della fine del secolo terzo dell'era nostra. Dalle sue stesse parole poi si deduce esser egli stato africano, di Mauji-tai ìa (2); aver egli composto il suo poema in tarda età (3), dirigendolo ur.ulraente a suo tìglio Bassino e a suo genero Novato (4). Il titolo del suo poema è « de liceris, syllabu et metris, » ed è così distribuito: dopo un'introduzione (1-84) in gliconii stichici, si tratta delle lettere in versi sotadei (85-278) ; quindi in tetrametri trocaici catalettici (fino al 996) ed in esametri (f. al 129D) è ripresa a trattare con maggiore ampiezza la dottrina delle lettere, innestandovisi quella della prosodia delle sillabe nel verso eroico; dipoi viene una terza parte che non ha vero legame con ciò che precede, e che in tetrametri trocaici si diffonde sulle sillabe, sulle lettere e sui p edi (fino al 1579i; e finalmente viene la metrica speciale, in esametri e in senarii giambi». , la quale tratta i metri giambici, gli esametri dattilici e tutte le altre specie oraziane. Una vera fine del poema manca. L'arida materia è trattata non senza un certo garbo, oltreché per il contenuto si riferisce a buone font' ant> ille. Deve essere a Terenziano servita di guida l'opera di Cesio Basso, amico di Persio, che deve avere scritto un poema de metris (5)1 I posteriori scrittori di metrica e di grammatica c cano Terenziano assai frequentemente (6).
   Del terzo secolo dopo Cristo ci resta un poema (a quanto pare, incompiuto) « de Medie ìa » in 1115 esametri, sui mezzi curativi dei morbi, che porta il nome di Q. Se-rero Sammonico. Si fa questione se si debba per questo intendere il Sereno Sara-mouico, medico, a issuto sotto Severo e Caracalla, e ucciso da quest'ultimo, e possessore d'una gran bibl .iteca; ovvero il figlio di lui, maestro di Gordiano. Se non che del padre son rammentati spesso, da Macrobio in ispecie, i libri eruditissimi senza che mai s dica che questi fossero poetici (7); mentre al contrario non ad altri che al Sammonico figlio possono attagliarsi le parole dì L&mpridio nella 1 ita dell'Imperatore Alessandro (8), là dove di questo dice come leggesse « et oratores et poetas, in quis Sercnum Sammonicum quem ipsc nuverat el dilencerat, et Horatium, » giacché non è possibile che Alessandro concscesse e amasse il Sammonico padre, il quale fu ucciso quando Alessandro aveva soli sette anni e non era ancora a Roma. Oltreché i dati medicali del poemetto sono cosi angusti e cosi intinti di superstizioni, da accusare piuttosto un autore profano alla medicina, che uno dotlo in essa qual era il Samiiionico padre. Il tuono del poemetto è rettorico; la fraseologia è tolta da Virgilio, da Orazu, ed in parte ancora da Lucrezio; v'è rigore nell'osservanza della sinalefe e delle cesure, rotta solo di rado per dar luogo a certe espressioni tecniche (9).
   Con Numeriano, figlio dell'Imperatore Caro, ed ucciso il 284 d. C. fu legato d'amicizia e di gare poetiche il cartaginese M. Aurelio Olimpio Nemesiano, di cui ci è riferito che componesse 5cXtsvTt*«, xywiysTtxà e vjutim (10), ma di cui non abbiamo ora che un frammento di 425 esametri sulla caccia, sebbene non ìbero dagli errori del suo tempo, pur® abbastanza notevole per correttezza di lingua, Forse al mede-