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Storia della Letteratura Romana
Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590 |
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capitolo v. — i poeti lirici ed elegiaci.
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§ 46. Emilio Macro, Cesare Germanico, Grazio Falisco, Manilio ed il poeta dell'Aelaa.
Più attempato, ma intimo amiqo di Ovidio fu Emilio Macro di Verona, morto in Asia il 738 di R. Si sa che compose un'0 mitilo lo già; una poesia intitolata, Tneriàca. imitazione forse dei ©Aìj«!H del greco Nicandro, dove trattava del runedii vegetai contro il morso dei serpenti; e si crede anche componesse un'opera sulla virt curativa delle piante ,i). Di tutto ciò però nulla ci resta, salvo qualche verso, essendo l'opera de virtutibus herbarum attribuitagli, cosa dell'incipiente medioevo (2). Quintiliano lo cita spesso assieme a Lucrezio, lo chiama elegante e umile (3) Plinio nella storia naturale lo cita come uno dei suoi fonti (4), e forse anche là dove cita un Licinio Macro per soggetti perfettamente analoghi a queli per cui cfta Emilio Macro non si tratta d'altro che d'uno scambio sbadato di nomi e Plinio allude sempre a Emilio stesso (5), Deve anche distinguersi Emilio Macro dal Macro Omerista, che Ovidio chiamava Iliacus (6).
Cesare Germanico, figlio di Druso e nipote d'Augusto, vissuto tra il 739 e il 772 d. R., fu oratore e poeta, e come tale lodato da Ovidio che gli dedicò i suoi Fasti, e gli scriveva che se l'altezza della nascita non l'avesse chiamato a cose più gravi ei sarebbe divenuto certo un gran poeta (7). Svetonio dice che di lui restavano anche « commedie greche » (8). Esisle di lui, oltre tre frammenti di Prognostici, una redazione latina dei Fenomeni d'Arato, più poetica di quella succitata di Cicerone, e diffusasi molto nelle scuole per l'insegnamento dell'astronomìa e della mitologia ; il che ce n'ha fatto arrivare il testo in forma assai corrotta (9).
Il poema fu scritto e pubblicato dopo la morte d'Augusto (767 di R.), come apparisce dai versi 558 e segg.; ed il genitor a cui sono rivolti i primissimi versi deve essere Tiberio, padre adottivo di Germanico. A torto qualcuno ha attribuito il poema all'imperatore Domiziano. Se davvero questi l'avesse composto, i paneg' 'sti di lui non avrebbero certo mancato di farne menzione; oltreché il titolo di Germanico i non l'assunse che da imperatore nell'84 d. C., mentre il poema non potrebb'es,-iere che opera sua giovanile (10).
Contemporaneo di Ovidio, che solo tra gli scrittori antichi io rammenta (11), è Grazio Falisco, della cui vita nulla si sa. Di lui abbiamo un libro sulla caccia, Cynegelicon, in 540 esametri, mancante della fine. La forma ne è pura ed elegante, degna dei tempi augustei, ma non immune talora da certa durezza e difficoltà. Il libro sulla caccia di Senofonte fu certo adoperato da Falisco come fonte , ma non esso solo (12). Oltreché vi si sente qua e là qualche eco virg liana.
Cinque linri Astronomicon, sull'astronomia cioè e sugl'influssi delle costellazioni sopra i destini umani, ci restano, attribuiti nei manoscritti ora a un Mallius, ora a un Manlius, ora a un Manilius. I)i un poeta di tal nome niuna menzione occorre presso gii antichi ; non è dunque a meravigliare che le congetture degli eruditi sul suo conto sieno discrepantissime, dimodoché uno lo faccia contemporaneo di Vir-gi':o, o di Ovidio, altri di Claudiano, e via Dal poema istesso ne appare l'autore piuttosto straniero che romano, asiatico firse, o più probabilmente africano. Ed i primi quattro libri paiono scritti vivente ancora Augusto, il quinto ripreso dopo un po' d'interruzione, e dei resto non terminato, forse sotto Tiberio (13). L'astronomia vi è intesa nel senso propriamente astrologico; gli episodi belli non mancano; molta è la correttezza del metro, pura la lingua; nello stile però vi è una certa ineguaglianza. L'autore si mostra dotto della letteratura astrologica anteriore; e tra i poeti roraan Lucrezio pare soprattutto avere sopra di lui 'nfluito. Donde torse un certo suo amore per gli arcaismi. Del resto aveva la coscienza di essere il pri.no a comporre un poema di tal soggetto; dice infatti a principio:
Carmine divinas artes et conscia fati Sidera diversos hominuin variantia casus. Caelest s ra on.s opus deducera mundo

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