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appendice al capitolo iii.
la sua opinione, mentre invece il P. Kircher, il Piazza, il Volpi, indicarono ciascuno un luogo differente, collocato secondo il loro capriccio, o le loro prevenzioni.
Fu solamente sulla metà del secolo decimo ottavo, che la scoperta di una iscrizione vicino al villaggio di Bardella, a tre chilometri da Vicovaro (7), provò infine col nome di Mandela che quivi figura tutto il valore delle congetture di Olstenio. Questa iscrizione, che si legge ancora nel palazzo baronale dei Conti Bolognetti a Vicovaro, indicava in un modo sicuro, che il villaggio chiamata oggidì Confà-lupa in Bardella, feudo del marchese del Gallo, si elevava sulle ruine del pagus chiamato Mandela da Orazio. Bentosto due antiquarii, guidati da questa preziosa indicazione, credettero di ritrovare irf alcune ruine romane, situate sulla riva destra della Digenza, circa a quattro miglia da Bardela, rimontando la valle, e a un chilometro circa dal piccolo villaggio d Licenza, il luogo preciso della villa da Mecenate data ad Orazio.
La dissertazione pubblicata a Roma dall'Abate Domenico de Sanctis (1761-1768), i tre volumi dell'Abate Caprrartino de Chaupy (Roma, 1769), contengono ad un tempo tutte le prove che essi avevano raccolte a sostegno delle loro congetture, e gli argomenti della viva polemica che scoppiò fra loro per il vanto di priorità che ciascuna si arrogava in questa scoperta. Qualunque sia, a questo proposito, l'opinione degli archeologi moderni, essi adottarono generalmente la decisione, identica nei suoi risultati, dei due antiquarii francese e romano, di modo che Fea, Nybby, Geli, senza procedere a una nuova ricerca, credettero di dover confermare il giudizio portato dal De-Sanctis e dal'Chaupy intorno al luogo della villa d'Orazio.
Nuovi lavori sembravano dovere modificare quest'oppi jne, e portare sopra un altro punto della valle della Digenza il luogo della villa del poeta (8). E per vero la posizione designata fino ad ora per essere quella della sua abitazione, conserva qualche lastrico di mosaico, che evidentemente per l'ornato appartiene ad un' epoca posteriore al cominciare dell'impero, e non può essere del secolo d'Augusto. Lo stesso dicasi del genere di costruzione di alcuni massi - di muraglie mezzo rovinate e coperte di vegetazione. Se in quel luogo sorgeva la casa d'Orazio, essa interamente disparve, per cedere il luogo ad un edilìzio, che data dalla decadenza dell'impero. È quindi necessario esaminare i caratteri esteriori, gli aspetti del terreno, per assicurarsi se essi corrispondono ai numerosi pass, , ove il poeta ha celebrato le delizie del suo ritiro favorito.
Ora moltissimi di quesu passi sono in contraddizione coli'aspetto del luogo.-1.° Esso è situato alcuni metri appena sopra il torrente e in conseguenza nel fondo della valle. Orazio parla del luogo della sua abitazione come d'un sito elevato.
Vester, Camenae, vester in arduos
Tollor Sabinos (9)...........
Ergo ubi me in montes et in arcem ex urbe removi (10).
2.° Il tempio di Vacuna, questo tempio donde il poeta datava sua lettera a Aristio Fosco, deve essere, per chiunque cerchi a precisare il luogo della 'illa, uno dei punti più importanti di indagine, poiché essa si elevava dietro questo edificio per chiunque veniva da Roma: Haec tibi dictabam post fanum putre Vacunae. Ora anche questo cai attere manca alle ruine indicate dal Chaupy, giacché da questo luogo non si potrebbe vedere Rocca Giovane, nascosta dalla montagna e lontana più di tre mig'ia.
3.° Infine, questa fontana, così vicina all'abitazione, etiecto vicinusjugis aquae fons (11), che si era creduto ritrovare in un affluente della Digenza , invece di zampillare da unica sorgente e quindi meritarsi 1 nome di fontana, è formato dalla riunione di fili d'acqua, che stillano per cavità della montagna. Vi son dunque tutte le ragioni per cercare in qualche altro punto della valle, se non i ruderi della casa di Orazio che diciannove secoli ben poterono cancellare dalla faccia del suolo, almeno però il sito pieciso dove quella sorgeva.