capitolo iii. — i poeti satirici. 419
Altro monumento, e se a lui veramente si riferisse, ben più degno di fede è l'iscrizione del tempio dedicato dal poeta a Cerere Elvina in Aquino; pare sotto Domiziano. Come fu ricomposta da Mommsen (inscr. R. Neap. n. 4312) suona cosi:
cereRI SACRVM d. iuNIVà. IVVENALIS tRlb. COH. I. DELMATARVM II. VIR. QV1NQ. FLAMEN
DIVI. VESPASIANI VOYIT DEDICAV itqVE SVA PEC.
(2) Così nel saluto che gli fa Umbncio sulla fine della terza satira (319):
.....ergo vale nostri memor, et quoties te
Roma tuo refici properantem reddet Aquino, Me quoque ad Helvinam Cererem vestramque Dianam Converte a Cumis.....
(3) Sono due date meramente congetturali. Che morisse più chc ottuagenario ci e attestato dai suoi biografi, e da un passo dèlia Satira XV (27) raccogliamo che egli viveva nel consolato di Junco, che fu l'anno 127 dell'era volgare. Morì dunque sotto Adriano, ma troppo tardi perchè Svetonic potesse dargli posto nelle sue Vito degli uomini illustri.
(4) Così il più antico de' suoi biografi « ad mediam fere aetatem declamavit, animi magis causa, quam quod scholae se aut foro praeparct ». E dei suoi primi studii di ret-torica parla egli stesso nella prima satira (15-16):
Et nos ergo manum ferulae subduximus, et uos Consilium dedimus Suìlae, privatus ut altum Dormirei.......
Marziale lo dice facondo mandandogli per i saturnali un dono di noci (Lib. Vili. 91).
« De nostro facundc tibi, Juvenalis, agello,
Saturnalicias mittimus ecce nuces. »
(5) È l'età nella quale, dopo quindici anni di duro silenzio, Tacito esordisce scrivendo la vita d'Agricola; e la prudenza che gli fa dir male soltanto de' morti è un altro argomento per provarci che Giovenale non avrebbe osato, so non scrivere, pubblicare lo satire, mentre infieriva la tirannide di Domiziano. D'altronde già nelle prime satiro è menzionata la morte di quest'imperatore (Sat. IV, in fino), e nella prima,, che è come la prefazione, l'csiglio di Mario Prisco, il quale fu accusato da Plinio il giocane, e condannato l'anno 100 sotto Trajano.
Exsul ab octava Marius bibit et fruitur dis Iratis: al tu victrix provincia ploras.
Del qual Mario torna a parlare nella Satira Vili (120)
Quanta autem inde feres t?,m dirae praemia culpae, Quum tenues nuper Marius discinxerit Afros?
(6) Dell'Egitto, come di paese che abbia visitato, parla chiaramente nella Satira XV. (44-46) :
.........Horrida sane
Aegyptus, sed luxuria, quantum ipse notavi, Barbara famoso non cedit turba Canopo.
Della Bretagna fa menzione nella Satira II (159-161) : -
«.........Arma quidem ultra
Litora Iubernae promovimus et modo eaptas Orcadas ac minima contontos nocte Britannos »
ma che egli ci abbia fatto dimora si raccoglie solamente dai suoi biografi, c si può arguire per congettura dall'iscrizione summentovata.